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Enogastronomia: dalle Americhe a Rieti, peperoncino ha storia millenaria

12 agosto 2015 | 14.43
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Enogastronomia: dalle Americhe a Rieti, peperoncino ha storia millenaria

E' nelle Americhe del Sud che va collocata la culla del peperoncino, protagonista di 'Rieti Cuore Piccante' dal 27 al 30 agosto. E la sua non è certo una storia recente, dal momento che si hanno notizie del suo utilizzo risalenti addirittura a 10mila anni fa, e già nel 5.500 avanti Cristo si coltivava in modo razionale.

Per le popolazioni precolombiane era un alimento conosciuto e apprezzato, utilizzato a volte come moneta di scambio e in qualche caso considerato addirittura sacro. Fu Cristoforo Colombo a importare, nel 1514, il peperoncino in Europa, mentre più difficile è stabilire a chi vada attribuito il merito della sua diffusione in Asia e Africa: secondo alcuni fu Magellano, secondo altri arrivò in queste terre per vie diverse.

Il peperoncino piccante, come tutti i peperoni, appartiene alla famiglia delle Solanacee. Le piante che ne fanno parte sono tutte ad alcaloidi, che hanno effetti particolari sul sistema nervoso dell’uomo.

Alcune sono vere e proprie piante medicinali come la belladonna, il tramonio, il giusquiamo, il tabacco, la dulcamara, l’erba morella. Altre più 'normali' come la patata, il pomodoro e la melanzana, fanno parte della nostra alimentazione quotidiana.

La famiglia delle Solanacee è molto numerosa. Comprende 85 generi e almeno 2.200 specie. Uno degli 85 generi è il Capsicum, al quale appartiene il peperoncino rosso piccante.

Il nome latino deriva da 'capsa', scatola, per la particolare forma del frutto con dentro i semi. Nel genere Capsicum la specie più importante è il Capsicum Annuum, al quale appartengono tutti i peperoncini che conosciamo ed è la varietà diffusa in Italia. Le altre si coltivano soprattutto in America meridionale e in Messico.

Per quanto riguarda il sapore, ci sono peperoncini dolci, piccanti e piccantissimi. Tutto dipende dalla capsaicina che determina la sensazione di piccante. In genere, i peperoncini più piccoli sono più piccanti.

Il grado di piccantezza si può misurare scientificamente attraverso la Scala di Scoville (o più brevemente Scala Scoville, dal nome dell’ideatore Wilbur Scoville). Questi frutti del genere Capsicum contengono alcune sostanze, dette capsaicinoidi di cui la più abbondante è appunto la capsaicina, un composto chimico che stimola i recettori del caldo VR1 situati anche sulla lingua e ciò provoca la sensazione di 'bruciore'.

Scoville stabilì arbitrariamente un valore di 16.000.000 per la capsaicina. Per fare un esempio, un peperone dolce, che non contiene capsaicina, ha un valore zero sulla scala Scoville, mentre uno dei peperoncini più piccanti, l’Habanero, fa misurare un valore superiore a 300.000 sulla scala Scoville.

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