Nel 139 a.c. la lex gabinia tabellaria per esprimere la preferenza
In fatto di elezioni non abbiamo inventato nulla, da secoli. Di mezzo ci sono sempre loro, i romani della città caput mundi. Un esempio? Presto detto: la scheda elettorale. E' un'invenzione recente? Sbagliato: era già in uso più di duemila anni fa. Ha fatto la sua comparsa, per la precisione, nel 139 avanti Cristo, grazie alla lex gabinia tabellaria, promossa dal tribuno della plebe Aulo Gabinio sulla votazione a scrutinio segreto (già allora, evidentemente, si era ben compreso quanto potessero essere risolutivi i franchi tiratori...). Naturalmente non poteva essere di carta, nè prestampata, come le schede di oggi: la preferenza si esprimeva incidendo una tavoletta, detta, appunto, tabella.
Per alcuni studiosi, invece, l'antenato della scheda elettorale e' l'ostracon, un coccio di terracotta sul quale gli ateniesi erano chiamati ad indicare il nome del cittadino da 'ostracizzare', una istituzione giuridica della democrazia ellenica, ideata da Clistene nel 510 avanti Cristo, per punire con un esilio temporaneo di 10 anni coloro che avrebbero potuto rappresentare un pericolo per la città, una tecnica elettorale 'al contrario', rispetto a quella che verrà secoli dopo. Un dubbio, però, sorge spontaneo: il pezzo di coccio bisognava portarselo da casa o veniva fornito al 'seggio' elettorale? Quel che è certo, è che oggi votare è più comodo e meno 'pesante'.