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Italia-Germania: domani incontro Renzi-Merkel, al centro Bce e terrorismo/Adnkronos

21 gennaio 2015 | 17.50
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Il faccia a faccia giovedì, nel giorno in cui il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi annuncerà l'avvio dell'acquisto di titoli di Stato, considerata l'arma finale per il rilancio della crescita in Europa. Bolaffi: alla Merkel serve Renzi e sa di dover fare concessioni. Città blindata per il vertice

Italia-Germania: domani incontro Renzi-Merkel, al centro Bce e terrorismo/Adnkronos

La richiesta di un incontro era partita nel settembre scorso, quando nessuno dei due leader poteva immaginare quanto sarebbe stata importante la data del 22 gennaio, giorno in cui Mario Draghi dovrebbe annunciare l'avvio dell'acquisto dei titoli di Stato da parte della Bce. E nessuno dei due poteva neanche immaginare che tre giorni dopo si sarebbero tenute le elezioni anticipate in Grecia, dove si prevede una vittoria della sinistra radicale di Syriza che sta facendo ballare i mercati da giorni e ha fatto riemergere lo spettro di una 'Grexit', l'uscita dall'euro.

La cancelliera tedesca arriverà domani sera a Firenze - dove si fermerà fino a venerdì mattina - reduce dalla partecipazione al World economic forum di Davos, per un faccia a faccia con Matteo Renzi che aveva chiesto alla fine dell'estate nella sua veste di presidente di turno del G7.

L'Italia è la seconda tappa - dopo la visita a Londra il 7 gennaio, il giorno dell'attacco a "Charlie Hebdo" - del giro che la Merkel farà nelle prossime settimane nelle capitali dei Paesi più industrializzati del mondo per preparare il vertice del 7 e 8 giugno a Schloss Elmau, un hotel di lusso situato un centinaio di chilometri a sud di Monaco. Ma i temi G7, per quanto importanti, passeranno un po' in secondo piano a causa della coincidenza temporale con una delle decisione più attese dai mercati di tutto il mondo e dei leader dell'eurozona, considerata da alcuni come l'arma finale per rilanciare la crescita e far uscire l'Europa dalle secche della deflazione. Dalla riunione del Consiglio direttivo della Bce Renzi ha detto di aspettarsi un aiuto per cambiare l'Europa.

"Rispetto l’indipendenza della Banca centrale europea - ha detto il premier parlando a Davos - ma dovrebbe aiutare l’Europa a cambiare, dando il messaggio che l’Europa deve andare verso un nuovo cammino di crescita. L’Europa non è soltanto l’euro, politiche di bilancio, ma garantisce da 70 anni pace, prosperità".

Dalla stessa premessa, l'indipendenza dell'Eurotower, è partita dalla Merkel, parlando a Berlino che, però, ha ammonito: "Come politico, per me è importante che sia evitato ogni segnale che possa essere percepito come un indebolimento della necessità di cambiamenti strutturali e di una più stretta cooperazione politico-economica tra i Paesi dell'eurozona". Dunque, aiuti sì ai Paesi in difficoltà, ma non sia per loro questo il pretesto per venire meno al loro impegno sulle riforme.

Un mantra che la Merkel va ripetendo da mesi, stretta com'è tra l'opinione pubblica tedesca e la Bundesbank, accomunate dalle stesse preoccupazioni sul 'lassismo' dei Paesi del sud dell'eurozona, di cui non vogliono essere chiamati a finanziare ulteriormente il debito.

Se l'economia sarà il tema un po' più spinoso, i temi G7 e di politica estera saranno la parte più facile dell'incontro, in occasione del quale si preparerà anche il prossimo vertice italo-tedesco che quest'anno si terrà in Italia (l'ultimo fu a Berlino nel marzo dello scorso anno). Per la Merkel, dicono all'Adnkronos fonti diplomatiche, le priorità della sua presidenza sono gli obiettivo del Millennio post-2015 (lotta alla povertà ed alle malattie, tra gli altri) e la difesa del clima.

Corposa, poi, l'agenda di politica internazionale, dominata dall'impegno dei Paesi europei nella lotta al terrorismo, nel quale rientra il necessario equilibrio da trovare tra rafforzamento delle misure di sicurezza e protezione della privacy e libertà delle persone, in particolare per quanto riguarda il contrasto al fenomeno dei 'foreign fighters'. Tutto con un'attenzione prioritaria al dialogo con le comunità musulmane, tema sul quale la Merkel sta lavorando molto, come dimostra l'atteggiamento fermo e duro assunto contro Pegida, il movimento islamofobo che da settimane organizza manifestazioni in molte città tedesche. In agenda anche la crisi ucraina e i rapporti con la Russia.

La cancelliera arriverà a Firenze domani sera, dove sarà accolta da Renzi a Palazzo Vecchio per una cena di lavoro alle 19.50. La mattina dopo, la Merkel avrà un incontro con alcuni imprenditori tedeschi in Italia, quindi avrà un nuovo colloquio con il premier, seguito da una conferenza stampa congiunta. Con la cancelliera, ha detto il premier in un'intervista a "La Nazione" concessa nei giorni scorsi, "c’è un buon rapporto personale ma le opinioni che abbiamo talvolta sono divergenti, discutiamo di continuo sui documenti finali e sulle dichiarazioni congiunte". "Quando mi ha detto di essere stata a Firenze solo una volta - ha ricordato - ne ho approfittato per invitarla: la porterò a Palazzo Vecchio, ceneremo nella sala dei Gigli o delle Udienze, poi andremo a vedere gli Uffizi e il Corridoio Vasariano e la mattina dopo saremo all’Accademia, davanti al David di Michelangelo. Dostoevskij diceva che la bellezza avrebbe salvato il mondo, vediamo se salverà anche l’Europa".

Bolaffi: Angela Merkel ha bisogno di Matteo Renzi e sa - in un momento delicato per molte regioni d'Europa - di doversi spingere a fare concessioni. Ma la situazione dal punto di vista interno è cambiata con l'avanzata di Pegida e alla leader della Cdu serviranno tutte le sue doti tattiche per conciliare pressioni interne ed esigenze esterne. Alla vigilia della riunione a Firenze tra la cancelliera tedesca ed il presidente del Consiglio italiano, il germanista e politologo Angelo Bolaffi legge gli avvenimenti dei prossimi giorni - dall'incontro nel capoluogo toscano alle decisioni della Bce alle elezioni in Grecia - alla luce della complessa situazione interna tedesca e delle pressioni che dall'esterno vengono esercitate sulla Germania.

"La situazione di Angela Merkel - spiega, parlando con l'Adnkronos - sta diventando difficile perché sta crescendo il movimento antislamico Pegida, anche favorito da quello che è successo in Francia: dall'ultima rilevazione è emerso che il movimento è fatto da persone che si riconoscono nel partito euroscettico Alternative fuer Deutschland" e che quindi potrebbero votare per questo partito in caso di elezioni.

Ma la Cdu "non accetterà mai un partito ingombrante alla sua destra, non è mai successo" se non per partiti estremisti molto piccoli. Quindi, afferma Bolaffi, già direttore dell'Istituto di cultura italiano a Berlino e autore, tra l'altro, di "Cuore tedesco", si "riduce il margine di manovra di Merkel" rispetto all'opinione pubblica interna, malgrado il suo governo possa vantare il successo conseguito con "l'obiettivo di prestigio" del pareggio di bilancio. L'interrogativo è: "Quanto avanti potrà spingersi nel fare concessioni" ad altri stati europei?

"D'altra parte la prima persona che Matteo Renzi ha incontrato, ancora prima che diventasse premier, è stata proprio Merkel", ricorda Bolaffi. "Io credo inoltre che Merkel abbia dato via libera alla scelta di Draghi, forse non perché la consideri la soluzione del problema ma perché probabilmente è convinta di dover fare concessioni in un momento molto difficile per diverse regioni d'Europa, dove senza Renzi il fronte meridionale non regge". Resta poi da vedere fino a dove arriverà il sostegno a Renzi e che cosa Renzi possa indicare come cammino futuro delle riforme italiane, perché pure lui ha le sue difficoltà".

Insomma Merkel ha bisogno di Renzi e Renzi di Merkel. Quest'ultima peraltro sa che in Germania non si va a votare domani mentre l'Europa potrebbe trovarsi in una crisi ancora peggiore domani, sottolinea ancora Bolaffi. Questo indirizzerà verosimilmente la sua azione. Quanto alla Bce, conclude, "Draghi non si e' mai mosso contro la Merkel, credo che abbiano cercato una soluzione che accontenti tutti, per quanto questo sia difficile, perché nazionalizzare il debito e' un problema, non nazionalizzarlo è un problema e farlo a metà è difficile".

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