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Dazi, Panetta: "Minaccia per economia globale, a rischio un punto di Pil mondiale"

Il governatore della Banca d'Italia fotografa la situazione attuale nelle sue considerazioni finali

Il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta - (Ipa)
Il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta - (Ipa)
30 maggio 2025 | 07.41
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La corsa ai dazi "sta spingendo l’economia mondiale su una traiettoria pericolosa" e "potrebbe sottrarre quasi un punto percentuale alla crescita mondiale nell’arco di un biennio". Lo ha detto il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, nel corso delle sue considerazioni finali. "I dazi oggi in vigore - ha indicato - potrebbero ridurre il commercio internazionale di circa il 5%, dando avvio a una riconfigurazione delle filiere produttive globali. Ne deriverebbe un sistema di scambi meno integrato e meno efficiente. Gli effetti rischiano di travalicare la sfera commerciale, alterando la struttura del sistema monetario internazionale, oggi incentrato sul dollaro, e limitando i movimenti dei capitali. Potrebbero spingersi oltre, frenando la circolazione di persone, idee e conoscenze".

"L’indebolimento della cooperazione globale, anche in campo scientifico e tecnologico, finirebbe per ridurre gli incentivi all’innovazione e ostacolare il progresso. A lungo andare - ha proseguito - verrebbero compromessi i presupposti stessi della prosperità condivisa. Ma il rischio più profondo è un altro: che il commercio, da motore di integrazione e dialogo, si trasformi in una fonte di divisione, alimentando l’instabilità politica e mettendo a repentaglio la pace", ha detto ancora il governatore Panetta

L'annuncio di dazi da parte dell'amministrazione Trump, ha aggiunto Panetta, "sembra essere utilizzato come leva negoziale" con l'obiettivo di "ridefinire i rapporti economici e politici internazionali. Si tratta di una strategia che può comportare effetti difficili da prevedere e gestire". Negli Stati Uniti, ha quindi aggiunto, "i dazi potrebbero comportare una minore domanda di lavoro e un aumento delle pressioni inflazionistiche, in una fase già caratterizzata da aspettative di inflazione in rialzo. Stanno inoltre incidendo negativamente sulla fiducia di famiglie e imprese, con possibili ripercussioni su consumi e investimenti", ha spiegato ancora Panetta.

Nel ricordare che "la fiducia degli investitori rimane labile", Panetta afferma poi che "dopo gli annunci di aprile, le azioni europee hanno subìto un brusco deprezzamento, accompagnato da un aumento della volatilità e da una dilatazione dei premi per il rischio di credito e di liquidità. Le tensioni sono poi rientrate e non hanno avuto ripercussioni sulla stabilità finanziaria, grazie alla solidità del sistema bancario europeo e al miglioramento dei conti pubblici nei Paesi vulnerabili".

Pil Italia

Parlando dell'economia italiana, panetta rileva che dopo una "lunga fase di stagnazione", negli ultimi cinque anni e nonostante la crisi pandemica, l'Italia "ha mostrato segni di una ritrovata vitalità economica" con "la crescita che ha superato quella dell’area dell’euro". "Il Pil - ha illustrato nel dettaglio - è aumentato di circa il 6%, trainato da un incremento di quasi il 10% nel settore privato. Oltre che dalle costruzioni, un contributo significativo è venuto dai servizi, in espansione sia nei comparti tradizionali sia in quelli avanzati. Gli occupati sono aumentati di un milione di unità, raggiungendo il massimo storico di oltre 24 milioni" e "il tasso di disoccupazione è sceso dal 10% al 6% cento", con "il Mezzogiorno che ha registrato uno sviluppo leggermente superiore alla media nazionale".

Per Panetta "le dispute commerciali e i conflitti in atto stanno incrinando la fiducia a livello internazionale, con effetti negativi sulle prospettive dell'economia globale". "Siamo di fronte a una crisi profonda degli equilibri che hanno sorretto l'economia globale negli ultimi decenni", ha spiegato e "le politiche dell'amministrazione statunitense ne rappresentano il principale fattore scatenante, ma si inseriscono in un contesto già in rapida trasformazione", ha detto ancora Panetta.

Conti pubblici

"Rispetto a quindici anni fa, quando le valutazioni delle agenzie di rating sul debito pubblico italiano iniziarono a peggiorare, i fondamentali della nostra economia sono nettamente migliorati" ma "il percorso di risanamento dei conti pubblici è però solo all’inizio. Il debito resta elevato e, nei prossimi anni, la spesa sarà sottoposta a pressioni legate all’invecchiamento della popolazione, alle transizioni verde e digitale, al rafforzamento della capacità di difesa". "Le nuove regole europee - ha spiegato - hanno restituito alla politica di bilancio un orizzonte di medio periodo, contribuendo ad ancorare le aspettative degli investitori. Il Piano strutturale di bilancio di medio termine, pubblicato lo scorso autunno, delinea un percorso del debito coerente con questo nuovo impianto. Il Documento di finanza pubblica 2025, approvato in aprile, ha confermato che si procede lungo quella traiettoria. È fondamentale assicurare la continuità di questo cammino anche in caso di indebolimento del quadro macroeconomico. I progressi compiuti negli ultimi anni - ha continuato Panetta - devono spingerci a mantenere una politica di bilancio prudente e a intensificare l’azione di riforma necessaria a sostenere la crescita. Sviluppo economico e sostenibilità dei conti pubblici sono interdipendenti. La fiducia nella solidità della finanza pubblica favorisce gli investimenti; una crescita più elevata, a sua volta, rende meno gravoso il consolidamento di bilancio".

Pnrr

"L’utilizzo dei fondi del Pnrr ha sostenuto l’economia negli ultimi anni. Gli interventi previsti per il biennio 2025-26 potrebbero innalzare il prodotto dello 0,5%. In una fase di debolezza ciclica è essenziale procedere con determinazione nella loro attuazione" ha detto il governatore della Banca d'Italia. Però, ha evidenziato nel corso della sua relazione, i prossimi pagamenti delle rate "dipenderanno dal raggiungimento di obiettivi relativi alla realizzazione di opere pubbliche" e "a tale riguardo, i dati attualmente disponibili suggeriscono l’esistenza di ritardi".

Lavoro

"L’immigrazione regolare può fornire un apporto rilevante, soprattutto nei settori delle costruzioni e del turismo, che registrano una crescente scarsità di manodopera". "Il suo contributo - ha indicato - può estendersi alle attività a maggior valore aggiunto, a condizione che si riesca ad attrarre profili qualificati. Su questo fronte l’Italia sconta un ritardo: tra i principali paesi, è quello con la più bassa quota di immigrati laureati". "Ridurre questo divario richiede anche l’adeguamento dei sistemi di riconoscimento dei titoli di studio e delle competenze agli standard europei", ha detto ancora Panetta.

"Un contributo significativo" per contrastare l'impatto dell'invecchiamento della popolazione italiana sul mercato del lavoro "potrà venire da una maggiore inclusione delle donne, la cui partecipazione resta tra le più basse d’Europa, nonostante i progressi recenti". "Investimenti nei servizi per l’infanzia, in particolare per gli asili nido - ha indicato - possono agevolare l’occupazione femminile, ancora ostacolata dalla carenza di strutture adeguate, oltre che da una distribuzione squilibrata degli adempimenti familiari".

Industria

"Nonostante le difficoltà attuali, l’industria italiana non è destinata al declino". In tutti i comparti - ha ricordato - operano aziende dinamiche e competitive, che investono in tecnologia e ricerca e si posizionano in fasce di alta gamma. Queste solide fondamenta rappresentano un vantaggio strategico nella competizione globale, ma vanno rafforzate".

Per questo, ha indicato Panetta, "le imprese devono proseguire nel percorso di innovazione e investimento, sostenute da politiche pubbliche che le mettano nelle condizioni di affrontare con successo le trasformazioni in atto". Intanto, ha illustrato il governatore nel suo intervento, "in Italia, più che altrove in Europa, è urgente intervenire sul costo dell’energia" attraverso maggiore ricorso "alle fonti pulite" anche se, ha avvertito, "il problema centrale rimane la produttività, nella manifattura come nel resto dell’economia. Gli incrementi finora conseguiti sono incoraggianti, ma non bastano a sostenere lo sviluppo del Paese".

Inflazione e Bce

Capitolo inflazione. Panetta rileva che "il ritorno dell’inflazione" nell'eurozona "su livelli prossimi al 2% è un segnale positivo" e a questo risultato ha "contribuito l’attenuazione delle pressioni salariali: il recupero delle retribuzioni reali è in fase avanzata e i nuovi contratti prevedono aumenti sensibilmente più contenuti rispetto agli ultimi due anni".

"La riduzione del tasso di riferimento da parte della Bce, pari a 1,75 punti percentuali nell’ultimo anno, si sta trasmettendo alle condizioni finanziarie e sosterrà l’attività produttiva nei mesi a venire" ma "il percorso della politica monetaria nei prossimi mesi si prospetta tutt’altro che semplice". "Le decisioni dovranno essere valutate volta per volta - ha indicato - sulla base dei dati disponibili e delle prospettive dell’inflazione e della crescita. Lo spazio per ulteriori riduzioni dei tassi di interesse si è naturalmente assottigliato a seguito dei tagli già effettuati. Tuttavia, il quadro macroeconomico rimane debole e le tensioni commerciali potrebbero determinarne un deterioramento, con modalità e tempi difficili da prevedere", ha affermato ancora Panetta.

"Sarà essenziale mantenere un approccio pragmatico e flessibile, prestando attenzione all’evoluzione delle condizioni di liquidità e ai segnali provenienti dai mercati finanziari e creditizi. Il Consiglio direttivo della Bce ha già dimostrato di sapere agire con determinazione e prontezza per salvaguardare la stabilità monetaria e finanziaria, e continuerà a farlo anche in futuro", ha spiegato il governatore.

Energia

In Europa "rimane irrisolto il nodo degli alti costi dell’energia" e in seguito "all'invasione dell’Ucraina, quelli sostenuti dalle industrie europee sono aumentati sensibilmente, ampliando il divario con le altre principali economie" con costi che "risultavano il doppio rispetto a Stati Uniti e Cina" con l'effetto di "penalizzare gli investimenti e compromettere la competitività, accrescendo il rischio di delocalizzazione", afferma Panetta, indicando come sia "necessario agire con determinazione per conciliare il contenimento dei costi energetici con il processo di decarbonizzazione".

Secondo Panetta, "la Commissione europea ha recentemente proposto misure che vanno in questa direzione". "Tuttavia - ha avvertito il governatore - una transizione efficace deve tener conto anche degli aspetti sociali e delle esigenze produttive, raggiungendo il giusto equilibrio tra ambizione e fattibilità".

Banche

"Con l’insediamento della nuova amministrazione statunitense è emerso un orientamento favorevole alla deregolamentazione del settore bancario e finanziario. Questa tendenza solleva interrogativi anche per l’Unione europea, chiamata a valutare se e come rispondere per evitare svantaggi competitivi. Esistono validi motivi per cui l’Europa non dovrebbe muoversi nella stessa direzione". "In un contesto segnato da rischi crescenti - ha infatti affermato - sarebbe imprudente indebolire il quadro normativo. È essenziale mantenere un assetto regolamentare efficace, in grado di prevenire instabilità e preservare la solidità del sistema". Per cui, ha aggiunto Panetta, considerando che "le banche europee mostrano risultati patrimoniali e reddituali molto positivi" che sono la "prova che norme ben disegnate possono salvaguardare la stabilità senza sacrificare competitività ed efficienza", l'obiettivo "non deve essere l’allentamento delle regole, ma il loro miglioramento".

"I dati di bilancio e le valutazioni di mercato" delle banche italiane "confermano la forza del sistema" che "nel suo complesso" ha una "patrimonializzazione solida, superiore alla media europea". "Tre anni di forti profitti hanno messo a disposizione delle banche risorse significative, oggi impiegate per avviare iniziative che ridurrebbero la frammentazione del mercato creditizio italiano" ma queste operazioni di aggregazioni, che "rappresentano un delicato momento di discontinuità nella vita degli intermediari, devono servire a rafforzarli, e a questo scopo è necessario che siano ben concepite e volte unicamente alla creazione di valore". E' quanto ha affermato il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, nelle sue considerazioni finali.

"Creare valore significa, innanzitutto, offrire a imprese e famiglie finanziamenti adeguati per quantità e costi" così come "strumenti di impiego del risparmio efficaci, trasparenti e a condizioni eque" e "servizi qualificati e innovativi, coerenti con le esigenze di sviluppo del Paese", ha detto ancora Panetta.

"La Banca d’Italia - ha ricordato il governatore - interviene nei procedimenti autorizzativi nell’ambito delle proprie responsabilità, in stretta collaborazione con la Bce e con l’Ivass. Altre autorità, nazionali ed estere, operano secondo le competenze previste dalla legge. Alla Vigilanza compete verificare che ogni operazione rispetti la normativa prudenziale italiana ed europea, e che gli intermediari risultanti siano solidi sul piano patrimoniale, della liquidità e del governo dei rischi". "Fermi questi criteri, il giudizio su ciascuna offerta spetta alle dinamiche di mercato e alle scelte degli azionisti", ha aggiunto Panetta.

Europa

"L’economia europea mostra fragilità strutturali evidenti. La stagnazione della produttività e il ritardo nell’innovazione ne limitano il potenziale di crescita. La dipendenza dall’estero, per gli approvvigionamenti e per la vendita dei propri prodotti, ne aumenta la vulnerabilità in un contesto globale sempre più frammentato" e per questo oggi "è necessario ripensare il modello di sviluppo che ha sostenuto il continente per decenni", ha spiegato Panetta. "In Europa la spesa pubblica per ricerca e sviluppo è di entità paragonabile a quella statunitense, ma è frammentata tra Stati membri" e "l’assenza di un coordinamento efficace limita la possibilità di realizzare progetti su scala continentale" ma "nonostante la rapida ascesa della Cina, l’Europa rimane un’eccellenza nella ricerca scientifica, alla pari con gli Stati Uniti in numerosi settori avanzati". E' quanto ha affermato il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, nelle sue considerazioni finali.

Difesa

"La proposta della Commissione Ue" sul rafforzamento della capacità di difesa europea "si basa su fondi nazionali e prestiti, anziché su spese europee e trasferimenti finanziati con risorse comuni. Questo approccio rischia di accrescere le disuguaglianze tra Paesi e di ridurre l’efficacia della spesa" mentre è necessario "un programma unitario, sostenuto da debito europeo" e questo "impegno di tale rilevanza deve poggiare su basi chiare". "Le risorse comuni vanno destinate prioritariamente alla tecnologia e alla ricerca nel campo della difesa. A livello nazionale, gli investimenti per la crescita e la spesa sociale non devono essere penalizzati dallo sforzo per la sicurezza esterna" osserva il governatore. "Soprattutto - aggiunge - la promozione della cooperazione internazionale e della pace deve restare il cardine dell’azione europea. Investire insieme nella sicurezza non significa avviare una corsa agli armamenti, ma affrontare con realismo minacce comuni che nessun paese può contrastare da solo. Solo così la sicurezza potrà diventare un pilastro della solidarietà europea: una solidarietà che protegge e, al tempo stesso, genera benessere, coesione e fiducia".

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