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Elezioni, rischi e limiti di una campagna social

25 agosto 2022 | 18.19
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Twitter al primo posto seguito da Instagram e Facebook. Resta indietro Tik Tok. Sono queste le tribune politiche più frequentate da politici e sostenitori. Ma, avvertono gli esperti, saranno ancora i dibattiti televisivi a convincere gli indecisi (e gli insulti 'postati' non conquistano elettori)

Elezioni, rischi e limiti di una campagna social

Una campagna elettorale che si fa a colpi di tweet e post. Sono i social la 'tribuna' politica più frequentata nella corsa al voto del 25 settembre, la piazza virtuale in cui oggi si svolge il confronto (a distanza) tra leader e sostenitori che si criticano, sfidano (e qualche volta insultano), a colpi di tweet e post.

Social vs Tv.

Una campagna elettorale molto social ma se da una parte "sempre più elettori, specialmente i giovani, non seguono tanto i telegiornali e la televisione, quanto i social" dall'altra "c'è anche molta gente che i social non li guarda, e quindi i partiti non dovranno trascurare la campagna tradizionale. I dibattiti in televisione avranno molta importanza e, sugli indecisi, saranno decisivi", dice all'AdnKronos il sociologo e sondaggista Renato Mannheimer.

Ed è d'accordo con lui il politologo Roberto D'Alimonte. Lui, per sua stessa ammissione, non è molto social, "sono un a-sociale. Ho un account Twitter che non uso mai, non ho Facebook, non ho Tik Tok né Instagram. Ma i social stanno diventando sempre più importanti nelle campagne elettorali. Però, la televisione resta lo strumento più influente nelle campagne elettorali e nell'orientamento di voto". Quindi sì, "l'influenza dei social sta crescendo. E' un fatto generazionale. Ma al momento, anche se i social pesano, il rapporto tra tv e social è ancora a favore della televisione".

Cinguettii dai toni accesi, ma le offese non conquistano elettori

Per il momento, però, quella a cui stiamo assistendo è una campagna ancora molto virtuale, e dai toni particolarmente accesi, soprattutto sui social. "Però - obietta Mannheimer - tutti questi insulti servono più a rafforzare l'elettorato che si ha già, che è una cosa importante al giorno d'oggi perché l'elettorato è molto volatile e non è fedele, ma non servono a conquistare nuovi elettori e gli indecisi. Le offese non conquistano gli indecisi e di questo i partiti dovrebbero tenere conto. Bisognerebbe passare dalle offese ai contenuti. La gente è molto più preoccupata per i contenuti che per la figura della Meloni o di Letta, più dell'aumento delle bollette, per l'occupazione o dell'Europa, e bisognerebbe parlare anche di questo ma sui social non mi sembra che questo accada".

I politici italiani scelgono Twitter

Secondo il monitoraggio Leader & Social di Telpress Italia, realizzato con Mediascope (piattaforma italiana di web e social listening), è Twitter il principale strumento di discussione politica seguito da Instagram e Facebook. Tik Tok resta indietro, almeno nella politica italiana (salvo alcune eccezioni: Matteo Salvini e Giuseppe Conte utilizzano anche la app di video sharing). Il motivo? E' un canale sociale che nasce principalmente per adolescenti, solo ora sta crescendo nei contenuti ma è ancora un social network targhettizzato a una fetta specifica di utenti giovani.

Social, elezioni e il rischio di disinformazione/manipolazione

Più che di disinformazione, "parlerei di non efficacia. I social, Tik Tok compreso, servono a convincere chi ha già un orientamento e un'opinione, difficilmente spostano elettori decisi", ribadisce Mannheimer. Anche secondo gli analisti di Telpress, l’utilizzo dei social come in tutti i campi può portare a disinformazione o a manipolazione di alcune news ma come sempre il fondamento dell’informazione è saper leggere. "Non esistono piattaforme rischiose in merito ma esistono contenuti ritenuti fake quindi ribadiamo il concetto di saper filtrare e quindi saper leggere".

(di Stefania Marignetti)

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