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Emanuela Orlandi, sit in a 38 anni dalla scomparsa

22 giugno 2021 | 12.10
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"Tutte segnalazioni portano dentro le mura, nessuno ci mette faccia" dice all'Adnkronos il legale Laura Sgrò

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

Sono trascorsi 38 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, la figlia del commesso del Vaticano di cui non si è più saputo nulla e quel che più sconcerta la famiglia è che arrivano "tante segnalazioni", ma nessuno ci mette la faccia. L'avvocato Laura Sgrò è presente al sit in, organizzato a Roma da Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, per fare luce sulla scomparsa della sorella, per non dimenticare.

"Pietro - racconta all'Adnkronos l'avvocato Sgrò - sta facendo un dettagliato resoconto dei 38 anni tra inchieste dello Stato italiano e del Vaticano, le tante domande rimaste senza risposte. Anche i rapporti strani e anomali di questi anni. Soprattutto sulla seconda inchiesta chiusa da Pignatone che ora si trova a capo del tribunale Vaticano".

"Il grande dispiacere di Pietro - racconta il legale - è che tante persone fanno segnalazioni e poi non vogliono metterci la faccia e questo crea grande disagio e rabbia. O si denuncia per intero o si tace. Anche in questo momento arrivano segnalazioni relative al cimitero Teutonico sulla vicenda delle tombe. Vogliono che noi continuiamo a verificare quella operazione". Segnalazioni, cose dette a metà, che arrivano " da persone che orbitano nei pressi del Vaticano. Si dice ma poi non ci si mette la faccia, il che dispiace ancora di più. La cosa che più colpisce - dice l’avvocato- è che qualunque segnalazione sulla vicenda di Emanuela porta dentro le mura vaticane, il che è significativo e sconfortante". E poi, dice Pietro Orlandi al sit in, ci sono i "silenzi del Papa". Osserva l'avvocato Sgrò in proposito: " Il Papa dicesse qualcosa in un senso o in un altro. Il silenzio è foriero di dubbi e cattivi pensieri. E sulle spalle della famiglia Orlandi incombono 38 anni angoscianti".

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