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Eolie, "stop turismo mordi e fuggi". L'appello di Proloco e cittadini: "Salvare Stromboli e Panarea"

22 giugno 2021 | 14.45
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Eolie,

Fare delle Eolie un caso nazionale. E' l'obiettivo dell'appello lanciato dalla Pro Loco Amo Stromboli con le associazioni "Insieme per Panarea" e "Noi per Panarea", le quali, "facendosi espressione delle istanze provenienti sia dalla popolazione che dagli operatori turistici e commerciali", invocano provvedimenti urgenti per "salvaguardare - si legge in una nota - l'unicità e l'eccezionalità del patrimonio naturalistico, culturale, antropologico di Stromboli e Panarea" e, allo stesso tempo, "promuovere e valorizzare un turismo sostenibile".

Un sos che chiama in causa oltre alle principali associazioni ambientaliste locali e nazionali (dalla Aeolian Islands Preservation Foundation a Legambiente e al Wwf), la Fondazione Unesco, il Ministero dell'Ambiente, gli Assessorati regionali siciliani al Territorio e al Turismo, e, naturalmente, il sindaco di Lipari. Nell'istanza si denuncia l'imminente ripresa degli "sbarchi giornalieri di migliaia di persone" a Stromboli e Panarea: "un intenso e incontrollato flusso turistico giornaliero" che, in particolare nel caso di Stromboli, non soltanto è dannoso per l'ecosistema e per l'economia locale, ma contraddice assurdamente l'esigenza, sottolineata dal mondo scientifico e dalle stesse istituzioni, di una gestione razionale degli arrivi, dal momento che l'isola deve fare i conti con un "vulcano perennemente attivo e caratterizzato da intense fasi eruttive e da eventi imprevedibili e parossistici".

"Nei giorni di maggiore affluenza - si afferma - sull'isola sbarcano nel corso della giornata circa 10mila persone, circostanza del tutto incompatibile non solo per l'impatto ambientale che ne deriva ma con "l'organizzazione di una eventuale evacuazione, sia sotto il profilo della gestione di eventuali soccorsi" sia della ondata di panico che ne derivebbe. Si rischierebbe di non riuscire a far fronte all'emergenza, con conseguenze inimmaginabili: e tutto questo, ancora una volta, per un miope calcolo economico.

E' mai possibile, ci si domanda, che le istituzioni pubbliche non se ne rendano conto? Di qui la lettera di richiesta di incontro del 10 giugno scorso rivolta alle istituzioni locali, nella quale le associazioni contestano l'ordinanza n.53 del 1/06/2021 del sindaco di Lipari, ordinanza "che appare del tutto insufficiente ad affrontare i problemi relativi al flusso turistico giornaliero nelle suddette isole, sia dal punto di vista igienico-sanitario" che da quello della "sicurezza legata alle caratteristiche di un vulcano attivo e del suo sul territorio".

Si fa presente inoltre che sulle due isole "non esistono strade carrabili se non per piccoli mezzi; i servizi pubblici sono limitati al minimo essenziale (ufficio postale, guardia medica di primo soccorso, raccolta e smaltimento dei rifiuti). I servizi igienici pubblici sono inesistenti e il sistema fognario è del tutto costituito da pozzi neri privati".

E' un'ordinanza - si legge ancora - che "non pone alcun limite agli sbarchi giornalieri, né tanto meno dà indicazioni per quanto riguarda il coordinamento degli sbarchi tra i mezzi pubblici di linea e quelli privati. Inoltre consente, seppure suddividendo i giorni e gli orari in base al luogo di partenza delle imbarcazioni, attività continue per tutto l’arco della giornata e per tutti i giorni della settimana".

Le associazioni chiedono un incontro urgente oltre che al sindaco di Lipari, al Prefetto, al responsabile regionale della Protezione Civile, al Comandante della Capitaneria di Porto di Lipari, al Commissario ad acta per l’emergenza Covid di Messina, agli assessori ai Trasporti e al Turismo della Regione Sicilia, e invitano le autorità competenti "a coordinarsi per garantire che le normative sulla sicurezza e la salute dei lavoratori, dei passeggeri e di tutti i soggetti che si trovano nell’area portuale vengano rispettate". Come? Attuando una gestione attenta degli sbarchi e contingentando il numero giornaliero dei passeggeri in base alla capacità degli esigui spazi portuali e nel rispetto delle normative vigenti per la sicurezza, sanitarie e ambientali".

Insomma: "le isole Eolie, sito naturale Unesco, non vogliono e non possono essere luoghi per un turismo incontrollato 'mordi e fuggi'. Deve essere data la possibilità agli abitanti delle isole e a chi ci opera di ottenere, attraverso il turismo, lo sviluppo dell'economia locale specie nei mesi di minore afflusso: maggio, giugno, settembre, ottobre. Introdurre l’obbligo di prenotazione alle visite delle isole che preveda un numero massimo di disponibilità considerando i periodi turistici e l'ambiente dei luoghi. Organizzare elenchi di prenotazioni servirebbe anche alle Autorità per il controllo sia dei flussi giornalieri che per la verifica del pagamento dei ticket".

IL SINDACO: "NON SONO UN PODESTÀ, NON POSSO BLOCCARE SBARCHI" - "Nel nostro Paese la mobilità è un diritto costituzionalmente garantito e, siccome io sono un sindaco e non un podestà, il mio dovere è rispettare le leggi. Di certo, non è nei miei poteri limitare il numero di accessi all'isola a meno che non ci siano motivi contingenti e urgenti. Un esempio? Se c'è un'emergenza vulcanica, allora posso firmare un'ordinanza per vietare o limitare gli sbarchi, cosa che peraltro ho fatto, ma sono ordinanze contingibili e urgenti legate a una condizione particolare, non possono disciplinare l'ordinario. Per quello servono leggi e norme generali e nazionali". A dirlo all'Adnkronos è Marco Giorgianni, sindaco del Comune di Lipari, che comprende sei delle sette isole Eolie, replicando a distanza ai firmatari dell'appello lanciato dalla Pro loco 'Amo Stromboli' con le associazioni 'Insieme per Panarea' e 'Noi per Panarea' per uno stop al turismo mordi e fuggi nelle isole dell'arcipelago eoliano.

"Si tratta di un tema che si ripropone sistematicamente", spiega il primo cittadino, che lo scorso maggio ha firmato un'ordinanza che disciplina l'accesso sulle isole alle imbarcazioni più grandi, quelle che hanno un centinaio di posti. "Siamo l'unica amministrazione ad averlo fatto, subendo anche le contestazioni degli imprenditori del settore che lamentano un calo dei fatturati minacciando licenziamenti", sottolinea Giorgianni. Il provvedimento distribuisce la possibilità di ormeggio, alternativamente la mattina o il pomeriggio, secondo i luoghi di provenienza delle barche. "L'ordinanza non riduce il numero totale dei vacanzieri che approdano, un numero importantissimo e sicuramente sproporzionato per le dimensioni dei nostri territori - ammette Giorgianni -, ma punta a distribuire gli arrivi per mantenere le condizioni di sicurezza. E' tutto quello che posso fare. Vietare lo sbarco non è nei miei poteri".

Quest'anno, anzi, l'ordinanza è "ancora più restrittiva - dice ancora il sindaco - perché oltre a disciplinare gli orari, ho fatto sì, con il supporto dell'autorità marittima, di lasciare ogni giorno nel primo pomeriggio due ore in cui non può ormeggiare nessuno per cercare di decongestionare il traffico. E' il massimo che posso fare". Insomma, per il primo cittadino non è "giuridicamente percorribile" nessuna altra strada. Né è corretta una "discriminazione" tra turisti 'stanziali' e 'mordi e fuggi'. "Noi viviamo di accoglienza e chiunque scelga le nostre isole è assolutamente il benvenuto - avverte -. Ovviamente sono ben consapevole che presenze turistiche giornaliere così importanti in territori così piccoli e particolari come le isole minori del mio Comune possano creare dei problemi di vivibilità e una pressione su un sistema di servizi non adeguato a simili presenze. Sono l'unico che ha fatto un'ordinanza che distribuisce nella giornata gli arrivi per limitare il carico e la pressione sul territorio. Non risolve alla radice il problema ma ci sono limiti rispetto a quello che io posso fare", conclude Giorgianni.

LA REPLICA DELLA PRO LOCO AL SINDACO - "Non abbiamo mai chiesto di proibire l'accesso alle isole né fatto alcuna 'discriminazione' tra i turisti, che sono utenti a cui bisogna offrire un servizio adeguato. Il nostro obiettivo è solo scongiurare quello che è accaduto l'anno scorso: serve una regolamentazione degli arrivi". Arriva a stretto giro di posta con l'Adnkronos la replica di Rosa Oliva, presidente della Pro loco 'Amo Stromboli', al sindaco di Lipari, Marco Giorgianni. La querelle è quella che riguarda gli approdi nell'arcipelago eoliano, che durante i mesi di alta stagione arriva ad accogliere oltre 12mila vacanzieri. Troppi per isole piccole come quelle di Stromboli o Panarea. "Noi chiediamo che l'arco temporale di permanenza sull'isola sia ridotto durante i mesi di maggiore affluenza, quando Stromboli 'scoppia' di presenze e raggiunge numeri pazzeschi, e sia ampliato nei mesi di bassa stagione", sottolinea Oliva, parlando anche a nome di Nanni Fadini, presidente di 'Insieme per Panarea' e Federica Rosso, presidente di 'Noi di Panarea', che al primo cittadino tornano a chiedere un incontro. C'è poi un altro aspetto, che per la presidente della Pro loco di Stromboli merita attenzione. "Occorre reinvestire i proventi della tassa di sbarco sull'isola - dice -. Qui i servizi pubblici sono ridotti al lumicino, mancano, a esempio, i servizi igienici pubblici e non esiste un sistema fognario pubblico ma pozzi neri privati. E' necessario poter offrire ai visitatori servizi adeguati, ecco perché occorre reinvestire sull'isola i cinque euro della tassa di sbarco. Si tratta di problemi che si trascinano da anni senza che vi venga posto rimedio", conclude. 

FEDERALBERGHI: LA SOLUZIONE? AREA MARINA PROTETTA - "Quella del contingentamento degli sbarchi dei visitatori giornalieri è una questione che incide in modo importante sulla capacità di carico delle isole minori. Le amministrazioni comunali possono intervenire fino a un certo punto, con ordinanze che rientrano tra le loro competenze". A dirlo all'Adnkronos è Christian Del Bono, presidente Federalberghi Isole di Sicilia e Isole Eolie, dopo l'appello lanciato dalla Pro loco 'Amo Stromboli' e dalle associazioni 'Insieme per Panarea' e 'Noi per Panarea' per una regolamentazione negli arrivi dei turisti mordi e fuggi. "Per raggiungere davvero l’obiettivo di un contingentamento rapportato alle reali esigenze e capacità di assorbimento delle isole - aggiunge -, occorrerebbero scelte più coraggiose e condivise quali, ad esempio, l’adozione di un piano di sviluppo turistico che prenda anche in considerazione l’istituzione di un’area marina protetta o di un parco nazionale".

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