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ESG e parità di genere per la crescita sostenibile

29 maggio 2023 | 12.58
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Le pari opportunità potrebbero fornire al PIL europeo un contributo potenziale stimato fino a 3,15 trilioni di euro entro il 2050

ESG e parità di genere per la crescita sostenibile

Per meglio comprendere l'importanza della parità di genere in ottica di fattori ESG è sufficiente dare un'occhiata alle stime elaborate dall'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (Eige): se le donne avessero le stesse opportunità professionali degli uomini il PIL europeo potrebbe crescere fino a 3,15 trilioni di euro entro il 2050. Dunque, quella delle pari opportunità appare una delle priorità da raggiungere in tempi brevi. Non solo a livello di posizioni manageriali, ambito in cui le donne sono ancora poche, ma a cominciare dal garantire le possibilità di accesso alla formazione, così come alla qualificazione professionale.

Urgenze sottolineate anche dalle imprenditrici europee di 24 nazioni interpellate per la Eurochambers Women Network Survey 2023. L'indagine ha analizzato la stato attuale dell'imprenditoria femminile in Europa con particolare riferimento alle aziende guidate da donne, con lo scopo di giungere a sviluppare iniziative mirate a sostegno delle imprenditrici in tutto il Continente. L'indagine ha raccolto oltre 800 risposte che hanno evidenziato la resilienza delle imprenditrici nell'affrontare le difficoltà, la loro capacità di accogliere i cambiamenti e di lanciare sfide con tempestività e lungimiranza, come dimostrato dai dati raccolti in merito alla transizione digitale e green delle imprese guidate da donne. Parallelamente è emerso come le donne imprenditrici necessitino di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni pubbliche oltre alla messa a terra di misure di sostegno mirate.

In particolare dalle risposte delle donne interpellate è emerso che i principali ostacoli che si trovano ad affrontare riguardano: la burocrazia e il tema connesso dell'accesso ai finanziamenti nel quale ancora troppo spesso non hanno pari opportunità rispetto ai colleghi; la possibilità di carriera e pari retribuzione, per cui servirebbero la promozione di modelli di ruolo dei settori di predominanza maschile, l'attenzione all'istruzione, concrete possibilità di accesso alle posizioni manageriali.

Il tema della parità di genere in ottica di fattori ESG è stato affrontato anche in una tavola rotonda organizzata da Eurochambers Women Network in collaborazione con Unioncamere presso la sede di Si.Camera, Agenzia delle Camere di Commercio d'Italia. Dall'incontro sono emersi spunti importanti con particolare riferimento alle implicazioni della direttiva sulla parità di genere nei CdA delle imprese approvata dal Parlamento europeo a fine 2022, che stabilisce che entro luglio 2026 le grandi società dell'UE quotate in borsa dovranno dotarsi di misure opportune a garantire una maggiore presenza femminile nei consigli d'amministrazione. Si tratta di una direttiva importante nella direzione delle parità di genere, considerando che al 2021 solo poco più del 30% dei membri di CdA di grandi aziende quotate era costituito da donne.

Che una maggiore presenza femminile nei vertici aziendali abbia un impatto positivo lo dicono i numeri: quando la quota rosa nei CdA è tra il 30% e il 40% le imprese hanno maggiore possibilità di ottenere migliori risultati finanziari, rendimenti più elevati e migliori performance ESG. D'altronde il tema della parità di genere rientra a pieno titolo nella dimensione sociale di una società e quindi tra i fattori fondamentali per valutare il credito sociale di un'azienda e raggiungere livelli di business sostenibile.

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