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Ue: Eurispes, dopo allargamento a 27 diseguaglianze aumentano

12 agosto 2014 | 13.14
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Italia al 4° posto come contribuente, Polonia maggior beneficiario.

Ue: Eurispes, dopo allargamento a 27 diseguaglianze aumentano

Dopo l'allargamento dell'Unione europea a 27 stati membri è aumentata la discrepanza tra i principali contribuenti e gli Stati economicamente più arretrati. Un divario che risulta evidente quando si considera che i quattro paesi principali forniscono oltre il 64% del budget rappresentato dalla risorsa economica basata sul Pil nazionale. In particolare, l'Italia nel 2013 ha elargito l'11,8% dei versamenti basati sul Pil nazionale e si posiziona al quarto posto per contributo dopo Germania, Francia e Regno Unito. E' quanto rileva l'Eurispes in un'analisi diffusa oggi.

In seguito all'allargamento dell'Unione a 27 Stati membri, avvenuto nel gennaio 2007, la superficie dell'Unione è aumentata più del 25%, la popolazione più del 20%, la ricchezza solo del 5%. Il Pil medio pro capite dell'Unione europea è diminuito più del 10% mentre le disparità regionali sono raddoppiate. Circa il 60% delle regioni in ritardo di sviluppo è localizzato negli Stati membri che hanno aderito all'Unione europea dopo il 2004.

Considerato che i fondi per l'obiettivo Convergenza rappresentano una parte rilevante del totale, il centro di gravità della politica regionale si è spostato inevitabilmente verso Est, a discapito delle regioni dell'Europa meridionale, che si affacciano sul Mar Mediterraneo. In seguito all'allargamento dell'Unione a 27 Stati membri, avvenuto nel gennaio 2007, la superficie dell'Unione è aumentata più del 25%, la popolazione più del 20%, la ricchezza solo del 5%. Il Pil medio pro capite dell'Unione europea è diminuito più del 10% mentre le disparità regionali sono raddoppiate. Circa il 60% delle regioni in ritardo di sviluppo è localizzato negli Stati membri che hanno aderito all'Unione europea dopo il 2004.

Considerato che i fondi per l'obiettivo Convergenza rappresentano una parte rilevante del totale, il centro di gravità della politica regionale si è spostato inevitabilmente verso Est, a discapito delle regioni dell'Europa meridionale, che si affacciano sul Mar Mediterraneo. La Polonia si è rivelata il principale beneficiario della politica regionale di coesione dell'Unione europea, in virtù dell'interazione tra la sua cospicua popolazione e il modesto livello di sviluppo economico. Altri 3 Stati dell'Est Europa (Repubblica Ceca, Ungheria e Romania) figurano nelle prime 10 posizioni per finanziamenti ricevuti in termini assoluti.

Il bilancio preventivo del periodo 2014-2020 si muove sulla falsariga del settennato precedente, anche se l'entità dei finanziamenti erogati in direzione di Varsavia è aumentata sia in termini assoluti, oltre 77 miliardi di euro, che relativi, oltre il 22%. L'Italia, probabilmente a causa delle notevoli difficoltà nell'assorbire i contraccolpi della crisi, ha sopravanzato la Spagna come secondo beneficiario della politica di coesione, seppur ricevendo un ammontare di risorse (32,823 miliardi) nettamente inferiore alla metà degli stanziamenti a favore della Polonia (77,567 mld).

La Romania, un paese che analogamente alla Polonia è al contempo popoloso ed economicamente sviluppato, balza al 4° posto della graduatoria dei beneficiari, mentre i piccoli e facoltosi Stati Nord-occidentali (Danimarca, Svezia, Austria, Finlandia, Paesi Bassi), prevedibilmente, languono in fondo alla classifica in entrambi i periodi presi in considerazione.

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