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Eurobarometro, 11% europei ammette acquisti prodotti da sommerso

27 marzo 2014 | 12.47
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Eurobarometro, 11% europei ammette acquisti prodotti da sommerso

Roma, 27 mar. (Labitalia) - In media, circa un cittadino europeo su dieci (11%) ammette di aver acquistato nell'anno precedente beni o servizi ottenuti da lavoro sommerso, mentre il 4% ammette di aver ricevuto personalmente pagamenti in nero come corrispettivo per lavori svolti. Sono questi alcuni dei risultati di un'indagine Eurobarometro, svolta in 28 paesi in vista del prossimo lavoro della Commissione europea, che in aprile proporrà la creazione di una piattaforma europea dedicata alla prevenzione e alla deterrenza del lavoro sommerso.

Dalla ricerca emerge, inoltre, che una persona su trenta (3%) è stata pagata parzialmente in contanti (fuori busta) dal proprio datore di lavoro. Il 60% indica come ragione principale dell'acquisto di beni o servizi ottenuti da lavoro sommerso il minor livello dei prezzi e il 22% lo motiva con favori resi ad amici.

l 50%, si legge nell'indagine, indica come motivo principale del lavoro sommerso i vantaggi per entrambe le parti, il 21% invoca la difficoltà di trovare un lavoro regolare, il 16% la percezione che le tasse siano troppo alte e il 15% l'assenza di altri redditi. Gli europei dei paesi meridionali indicano con maggior frequenza la difficoltà di trovare un lavoro regolare (41%) o l'assenza di altre fonti di reddito (26%) come fattore che porta al ricorso al lavoro sommerso.

Per beni e servizi ottenuti da lavoro sommerso si spendono in media 200 euro annui. I beni e i servizi per i quali è più frequente il ricorso al sommerso sono riparazioni e ristrutturazioni dell'abitazione (29%), riparazioni di automobili (22%), pulizie domestiche (15%) e alimentazione (12%). Infine, il lavoro sommerso riguarda soprattutto riparazioni e ristrutturazioni dell'abitazione (19%), giardinaggio (14%), pulizie (13%) e servizi di baby-sitting (12%).

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