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Mo: ex leader Ue scrivono a Mogherini, cambiare politica verso Israele

13 maggio 2015 | 13.28
LETTURA: 3 minuti

I firmatari non solo si dicono convinti che il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu "abbia scarsa intenzione di negoziare seriamente" una soluzione di pace con i palestinesi, ma aggiungono anche che l'aiuto finanziario europeo è finora servito solo a "preservare l'occupazione israeliana" nei territori.

Federica Mogherini - (Infophoto)
Federica Mogherini - (Infophoto)

Un gruppo di autorevoli ex leader europei ha scritto una lettera alla responsabile della politica estera Ue Federica Mogherini chiedendo un deciso cambiamento di rotta nella politica verso Israele con l'obiettivo di arrivare ad un accordo di pace. I firmatari non solo si dicono convinti che il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu "abbia scarsa intenzione di negoziare seriamente" una soluzione di pace con i palestinesi, ma aggiungono anche che l'aiuto finanziario europeo è finora servito solo a "preservare l'occupazione israeliana" nei territori.

La missiva, indirizzata per conoscenza al segretario di Stato americano John Kerry, esprime inoltre "scarsa fiducia che il governo americano sia nella posizione di prendere la guida di nuovi negoziati con il vigore e l'imparzialità che richiede un risultato con due Stati".

La lettera, la cui esistenza è stata rivelata dal Guardian e Ynetnews, è stata inviata dall'European Eminent Person Group. Fra i firmatari figurano due ex ministri degli Esteri francesi, Hubert Vedrine e Roland Dumas, gli ex primo ministri olandese Andreas Van Agt, francese Michel Rocard e irlandese John Bruton e lo spagnolo Javier Solana, che è stato sia precedessore della Mogherini che segretario generale della Nato.

"L'Europa non ha ancora trovato un modo efficace per rendere Israele responsabile del modo in cui mantiene l'occupazione. E' tempo di dimostrare seriamente alle due parti quanto seriamente l'opinione pubblica europea consideri le violazioni della legge internazionale, la perpetuazione di atrocità e la negazione di diritti acquisiti", si legge nella lettera, dove si sottolinea che l'Unione Europea deve rivedere i rapporti con israeliani e palestinesi, condizionandoli "all'atteggiamento delle parti verso progressi diretti ad una soluzione con due Stati".

"La sicurezza a lungo termine d'Israele, alla quale diamo forte valore, è severamente compromessa dall'attuale trend di eventi, così come la sua reputazione internazionale" - sottolineano i firmatari, secondo i quali "la continua espansione illegale degli insediamenti sia in termini di area che popolazione, non potrà che rafforzare questo trend".

Infine la lettera denuncia come "lo standard di vita e i diritti umani", sia a Gaza che in Cisgiordania, siano precipitati in modo "scioccante", aggiungendo che l'Unione Europea non può permettere che ciò vada avanti senza "gravi rischi per la propria reputazione internazionale". "Nascondersi dietro la leadership americana" è allo stesso tempo "poco produttivo e poco edificante", scrivono i firmatari, secondo i quali anche crisi "apparentemente più urgenti" come quelle in Siria, Yemen, Iraq e Libia possono essere "una scusa", dato che "il contesto della Palestina è di 47 anni di occupazione militare".

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