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Expo, chiesti 2 anni e mezzo per Maroni

22 marzo 2018 | 16.43
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(Fotogramma)
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L'ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, deve essere condannato a due anni e sei mesi. E la richiesta del pm di Milano, Eugenio Fusco, nella requisitoria del processo che vede imputato l'ex governatore per "induzione indebita a promettere utilità" per aver fatto pressioni per due contratti di lavoro per le collaboratrici Maria Grazia Paturzo e Mara Carluccio e perché la Paturzo, con cui aveva una "relazione sentimentale", fosse inserita nella delegazione di un viaggio a Tokyo nell'ambito del 'World Expo Tour'.

Per il rappresentante della pubblica accusa, le pressioni vengono esercitate attraverso Giacomo Ciriello, capo della segreteria politica di Maroni, (richiesta di 2 anni e 2 mesi) e Andrea Gibelli, ex segretario generale del Pirellone, (richiesta di un anno). Richiesta di condanna a 10 mesi, invece, per la Carluccio. Il pm ha concesso a tutti gli imputati le attenuanti generiche. Al termine della requisitoria, durata circa 4 ore, il pm ha chiesto anche la trasmissione degli atti per falsa testimonianza per la Paturzo, per la portavoce di Maroni, Isabella Votino e per l'avvocato Cristina Rossello.

Nel suo intervento il pm Fusco mette in fila tutti gli elementi di un processo "documentato ampiamente dalle telefonate", in cui le due ex collaboratrici storiche di Maroni hanno contratti pubblici "anomali", con procedure rapide. "Continuo a pensare che tutto quello che abbiamo visto non avrebbe dovuto minimamente verificarsi", spiega. Entrambe conoscono Maroni da anni ed entrambe vengono assunte su "sollecitazioni" dell'allora governatore: la Paturzo otterrà un contratto nella società Expo, la Carluccio firmerà invece con un altro ente pubblico, Eupolis, con una procedura di gara "che doveva rispondere alle esigenze della Carluccio. E lei che determina l'importo, è lei che ha la sicurezza del contratto, a prescindere dalla gara".

Come Maroni, Ciriello e Gibelli devono rispondere di turbata libertà di scelta del contraente, per quelle pressioni a spese dei contribuenti. Raccomandazioni che, nel caso della Paturzo nascondono un "rapporto sentimentale che è noto a tutti gli attori principali di questa vicenda, nonostante sia stato da loro negato". La presenza della Paturzo nella delegazione del viaggio a Tokyo "era dettata esclusivamente dalla relazione affettiva".

Se Maroni non ha mai presenziato al processo, le omissioni possono costare caro. Il pm ha chiesto la trasmissione degli atti alla procura per falsa testimonianza per le tre che hanno negato in aula. "Oltre alla Paturzo, hanno mentito altre due persone: Isabella Votino e Cristina Rossello. Si può cercare di aggiustare tutto, ma fino a un certo punto, la Paturzo ricopriva un ruolo neanche paragonabile a quello della Votino: la Paturzo è temporary manager di Expo, ma quale gelosia professionale!", dice il rappresentante dell'accusa.

Maroni: "Accuse ridicole" - "Sono tranquillo. Le accuse formulate contro di me in aula oggi dal pm Fusco sono ridicole, totalmente prive di riscontri in fatto o in diritto e sono già state giudicate infondate dalla Corte di Appello di Milano, che ha assolto Christian Malangone per gli stessi fatti". E' quanto afferma l'ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, commentando la richiesta del pm Eugenio Fusco.

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