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Roma: fa rapire figlia di un anno per costringere ex a tornare con lui, arrestato

23 giugno 2014 | 15.20
LETTURA: 3 minuti

Un 27enne rumeno, con la complicità dei propri familiari, ha organizzato tutto dal carcere dove è detenuto per altri reati. Fermata anche una delle sorelle e denunciati altri due parenti. Per la bimba, che dopo il rapimento è stata fatta espatriare in Romania ed affidata ai nonni paterni, sono in corso le procedure di rimpatrio

Roma: fa rapire figlia di un anno per costringere ex a tornare con lui, arrestato

Già detenuto per altri reati, con la complicità dei propri familiari, un romeno di 27 anni, dal carcere, ha organizzato e ordinato il rapimento della figlia, di appena un anno, per costringere la sua ex convivente a tornare con lui. È accaduto a Roma e l'uomo, insieme alla sorella, è stato scoperto e arrestato dalla polizia.

Tutto è accaduto il 6 aprile scorso, quando la minorenne è stata sottratta alla madre. Il giorno dopo, un ''commando'' composto da diverse persone si è recato sotto casa della donna e ha cercato di fare irruzione nell'appartamento. Non riuscendoci, grazie all'intervento di alcune volanti della polizia arrivate sul posto dopo una segnalazione anonima al 113, il gruppo, prima di fuggire, ha minacciato di ritorsioni la donna qualora avesse denunciato alle forze dell'ordine il rapimento della bambina. Dopo la denuncia agli agenti del commissariato Celio, con la quale la donna ha messo al corrente gli investigatori di un possibile espatrio della piccola in Romania, sono subito scattate le indagini.

Venuti a conoscenza del numero delle due utenze telefoniche intestate all'uomo, gli agenti hanno monitorato per giorni il traffico telefonico dello straniero, scoprendo che nel periodo tra gennaio e aprile aveva perseguitato la donna con più di 16.000 contatti. Molte altre telefonate, invece, dirette verso i familiari, gli erano servite con ogni probabilità per dare istruzioni alla sorella su come organizzare il rapimento della piccola e come farla espatriare in Romania.

Dalle intercettazioni telefoniche gli investigatori sono riusciti a scoprire il coinvolgimento anche di un’altra sorella del 27enne, alla quale l’uomo aveva dato istruzioni per far risultare, con l’inganno, che la bambina rapita fosse ancora in Italia. Questo per poter dimostrare che la bimba era stata abbandonata dalla madre e quindi chiederne l’affidamento esclusivo al Tribunale per i minori di Roma.

Facendole fare un falsa attestazione, infatti, aveva detto alla donna di organizzare una visita in carcere con la propria figlia, facendola passare per la bambina rapita. Le indagini svolte dalla polizia, che hanno coinvolto, oltre agli investigatori del commissariato di Celio, anche quelli dell’ufficio di polizia di Tivoli, hanno portato all’emanazione, da parte del gip del Tribunale di Tivoli, di un nuovo provvedimento cautelare per l’ex convivente della vittima, S.I.P., che gli è stato notificato direttamente in carcere, e per la sorella S.E.P.. Entrambi sono accusati di sequestro di persona in concorso.

Denunciata invece l’altra parente, alla quale era stato dato mandato di comprovare, con false attestazioni, la presenza della bambina in Italia, e un altro fratello, ritenuto dagli investigatori l’artefice del blitz a casa della vittima la sera del 7 aprile. Per la bimba invece, che dopo il rapimento è stata fatta espatriare in Romania ed affidata ai nonni paterni, sono in corso le procedure di rimpatrio.

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