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Scajola arrestato dall'Antimafia, ''Favorì la latitanza di Matacena''

08 maggio 2014 | 17.49
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Scajola arrestato dall'Antimafia, ''Favorì la latitanza di Matacena''

Reggio Calabria, 8 mag. (Adnkronos/Ign) - Arrestato in un noto albergo di Roma Claudio Scajola. Dopo l'arresto eseguito dalla Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria, l'ex ministro si è mostrato tranquillo: ''Dite alla mia famiglia che sto bene, che sono tranquillo - ha detto un messaggio - la verità emergerà''. Gli inquirenti hanno perquisito a Imperia l'ufficio dell'ex ministro in viale Matteotti e la sua villa in via Diano Calderina.

Otto i provvedimenti restrittivi che riguardano, oltre a Scajola, personaggi legati al noto imprenditore reggino e ex parlamentare Amedeo Matacena, latitante a seguito di una condanna definitiva a cinque anni e quattro mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.

L'ORDINANZA - "Al momento ci muoviamo su un quadro indiziario grave e tale è stato ritenuto dal giudice che emesso l'ordinanza", ha spiegato il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho. "Dal quadro è emerso come ripetutamente Scajola sia in rapporto strettissimo con Matacena e la moglie per sostenerne la latitanza".

LE INDAGINI - Scajola ''ha concorso a mantenere la latitanza di Amedeo Matacena. Si è prodigato per trovare riferimenti all'estero presso i quali l'ex parlamentare avrebbe potuto trovare ospitalità per continuare la sua latitanza'', ha spiegato all'Adnkronos De Raho.

Secondo quanto spiegato dal procuratore, ''è emersa l'esistenza di un gruppo di persone che tendeva a consentire'' all'ex parlamentare di Forza Italia ''di sottrarsi all'esecuzione della pena''. L'ex ministro, è emerso dalle intercettazioni telefoniche, era a conoscenza della localizzazione di Matacena. Inoltre Scajola era costantemente informato delle condizioni e spostamenti in alcuni Stati esteri, funzionali per sottrarsi alla cattura.

LE INTERCETTAZIONI - Di ''ottimi e consolidati rapporti personali'' e ''sicure cointeressenze economiche'' ha parlato il gip di Reggio Calabria, Olga Tarzia, descrivendo i legami emersi dalle intercettazioni telefoniche tra l'ex ministro e Chiara Rizzo, moglie dell'ex deputato Matacena.

Con l'apporto della sua segretaria Roberta Sacco (anche lei destinataria dell'ordine di custodia cautelare) si sarebbe inoltre attivato per favorire le operazioni di occultamento del patrimonio di Matacena e per individuare uno Stato estero, il Libano, che evitasse il più possibile l'estradizione o la rendesse quantomeno difficile e laboriosa.

I PROVVEDIMENTI - Il sostituto procuratore distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, all'Adnkronos ha detto che nel blitz ''sono 9 le persone indagate, 8 quelle colpite da provvedimenti cautelari. Altre 9 non sono indagate ma interessate dall'attività di perquisizione''. Tra queste c'è anche Vincenzo Speziali, nipote di un ex senatore calabrese. Nei suoi confronti è stato eseguito un decreto di perquisizione al fine di chiarire i suoi rapporti con l'ex ministro.

L'operazione, ha spiegato, ''è uno spezzone di un'inchiesta più ampia, la 'Breakfast', con cui puntiamo a ricostruire le relazioni nazionali e internazionali della 'ndrangheta soprattutto in quegli ambiti strategici che possono essere la politica, l'alta finanza e il sistema bancario''. L'indagine da più di due anni vede impegnata la Dia di Reggio nella ricerca dei reinvestimenti di capitali illeciti, movimentati dalla 'ndrangheta in Italia ed all'estero.

GLI ARRESTI - Matacena è stato colpito da provvedimento restrittivo insieme alla moglie Chiara Rizzo e alla madre Raffaella De Carolis. Tra gli arrestati, spiega la Dia, ci sono poi ''Martino Politi, Antonio Chillemi e la segretaria di Scajola, Roberta Sacco. I soggetti coinvolti sono gravemente indiziati a vario titolo di aver, attraverso la loro interposizione, agevolato l'imprenditore Matacena ad occultare la reale titolarità e disponibilità dei suoi beni, nonché di aver favorito la latitanza all'estero di quest'ultimo''.

MATACENA - La storia di Amedeo Matacena, ex deputato di Forza Italia e rampollo di una famiglia di armatori, è una parabola politica culminata con l'elezione in Parlamento. Nel processo a suo carico è emerso l'appoggio delle cosche di 'ndrangheta di Reggio Calabria per la sua elezione. Matacena era stato localizzato e arrestato a Dubai lo scorso agosto ma era tornato in libertà nell'ottobre successivo.

BERLUSCONI - Silvio Berlusconi, commentando la notizia dell'arresto dell'ex ministro, ai microfoni di Radio Capital ha dichiarato di non aver "nessun sentore di un'inchiesta giudiziaria su Scajola. Sono addolorato per lui, mi dispiace''. L'ex premier ha assicurato che l'ex ministro è stato escluso dalla liste azzurre per le europee non per l'inchiesta ma ''perché, a seguito di un sondaggio, abbiamo rilevato che la sua candidatura avrebbe portato a una diminuzione del voto globale dei nostri sostenitori''.

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