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Caso Ruby: al via l'udienza in Cassazione

10 marzo 2015 | 11.57
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I giudici della sesta sezione penale presieduta da Nicola Milo decidono se confermare o meno l' assoluzione accordata a Berlusconi dalla Corte d'Appello di Milano il 18 luglio 2014. La difesa di Coppi: "Berlusconi non sapeva della minore età di Ruby". Dal bunga bunga alla condanna d'appello, le tappe del caso Ruby

Caso Ruby: al via l'udienza in Cassazione

I giudici della sesta sezione penale della Cassazione decidono sul caso Ruby. Il collegio presieduto da Nicola Milo dovrà decidere se confermare o meno l'assoluzione accordata all'ex premier Silvio Berlusconi dalla Corte d'Appello di Milano il 18 luglio 2014. Il presidente ha fatto sapere che il verdetto sarà in serata.

In una dura requisitoria oggi il Procuratore generale della Cassazione, Eduardo Scardaccione, ha chiesto alla Suprema Corte di annullare l'assoluzione accordata a Berlusconi chiedendo sostanzialmente di far rivivere la sentenza di primo grado e anche di restituire gli atti alla Corte d'Appello di Milano per un eventuale riconteggio di pena.

Secondo il pg non c'è dubbio che l'ex presidente del Consiglio sia colpevole di ''concussione costrittiva'' e di ''prostituzione minorile''. Accuse dalle quali in secondo grado l'ex premier è stato assolto nel primo caso ''perché il fatto non sussiste'', nel secondo caso ''perché il fatto non costituisce reato''.

Il legale di Berlusconi Franco Coppi durante l'udienza ha insistito sul fatto che l'ex premier non fosse a conoscenza della minore età della giovane marocchina, almeno fino a quel 27 maggio quando venne effettuata la prima telefonata al questore di Milano, Piero Ostuni affinché la ragazza, fermata per un furto nel 2010, fosse lasciata andare. Coppi, nel corso della sua arringa, ha difeso ''con passione'' la sentenza della Corte d'Appello di Milano che il 18 luglio 2014 ha assolto Berlusconi sostenendo che l'ex cavaliere "scoprirà dell'età di Ruby solo successivamente e a quel punto non la vuole più ricevere ad Arcore''.

La difesa dell'ex premier chiede alla Cassazione di bocciare il ricorso della Procura di Milano contro l'assoluzione di Berlusconi e sottolinea come ''la sentenza d'appello riconosce che è stata puntualmente rispettata la prassi al momento dell'affidamento di Ruby. Non è stato fatto nulla che non fosse previsto dalle regole''.

Coppi, che difende Berlusconi insieme all'avvocato Filippo Dinacci, inoltre parlando di ''errori macroscopici'' nei quali sarebbe incorsa la Procura di Milano evidenzia come la stessa sentenza d'appello metta in evidenza le bugie di Ruby. ''Basti pensare - ha sottolineato il legale - che Ruby sentita due volte dal pm nella stessa giornata ha dato due versioni diverse dei fatti. La sentenza parla di sterminate falsità dette da Ruby e, assolvendo Berlusconi, ha detto chiaramente che Berlusconi non era al corrente della minore età della marocchina. Anche la storia sulla nipote di 'Mubarak' - ha ricordato ancora il difensore - è stata completamente inventata da Ruby e quando Berlusconi lo è venuto a sapere si è arrabbiato moltissimo con lei facendole duri rimproveri''.

Il relatore Orlando Villoni sta procedendo alla relazione dei fatti della vicenda attraverso una ''ricostruzione schematica'' dei fatti così come è stata operata dai giudici del precedente grado di giudizio, come ha premesso lui stesso prima di iniziare la relazione. In appello, i giudici di Milano hanno assolto Berlusconi sia per l'accusa di concussione (perchè il fatto non sussiste) sia per l'accusa di prostituzione minorile (il fatto non costituisce reato).

L'ex premier ieri si è detto sereno in vista dell'udienza. Il collegio è presieduto da Nicola Milo, il giudice che smontò le tesi accusatorie dell'ex pm Luigi de Magistris nell'inchiesta Why not; il resto del collegio è composto da Stefano Mogini, Giorgio Fidelbo e Gaetano De Amicis.

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