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Genova: la petroliera Haven, da causa disastro ambientale a meta preferita dei sub/Scheda

16 maggio 2015 | 14.32
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L'11 aprile 1991 sulla superpetroliera lunga 334 metri e battente bandiera cipriota si verificò una violenta esplosione. Oggi è una delle più famose e ambite destinazioni di escursioni subacquee, purtroppo spesso teatro di incidenti: l'ultimo, avvenuto questa mattina, è costato la vita a due sub

La petroliera Haven (foto dal sito del Comune di Arenzano)
La petroliera Haven (foto dal sito del Comune di Arenzano)

E' una delle più famose e ambite destinazioni di escursioni subacquee la Haven, teatro dell'incidente che questa mattina è costato la vita a due sub. La superpetroliera, lunga 334 metri e battente bandiera cipriota, è adagiata sul fondale di Arenzano, in provincia di Genova, dall'11 aprile 1991, quando a bordo si verifica una violenta esplosione . Tra i 36 componenti l'equipaggio si contano cinque morti: Ioannis Dafnis, Domingo Taller, Gregorio Celda, Serapion Tubonggan e il comandante Petros Grigorakakis.

L'incidente avviene al terminal Petroli di Genova-Multedo, durante le operazioni di travaso di greggio da una cisterna all'altra. Il 12 aprile si tenta di bloccare la chiazza di petrolio che fuoriesce dalle cisterne. Nel pomeriggio il rimorchiatore Olanda, durante le operazioni di rimorchio, aggancia la Haven con un cavo attorno all’asse del timone per il riavvicinamento alla costa e la nave si spezza in due tronconi: la prora con il bulbo si stacca e si adagia sul fondale a 490 metri di profondità, il resto del relitto, ancora galleggiante, continua a bruciare.

Il 13 aprile dalla nave, ancora in fiamme, si ode un forte boato seguito da altre esplosioni. Rimorchiatori e bettoline scaricano intorno alla Haven acqua e solvente mentre il petrolio raggiunge le spiagge. Infine il 14 aprile, alle 10.05 del mattino, il corpo principale del relitto si adagia a 80 metri di profondità, a circa un miglio al largo di Arenzano.

Da allora si sono succedute diverse operazioni di bonifica che hanno prosciugato gran parte del greggio da fondali, coste e spiagge. Oggi la Haven, da protagonista di un disastro ambientale, si è trasformata in un ecosistema di grande interesse scientifico, dove vivono ostriche, nudibranchi e alcionari, piante come gli anemoni goiello e pesci di varie specie, saraghi, ricciole, scorfani, cernie, murene e aragoste.

Tanta ricchezza di vita spiega l'interesse dei sub per il relitto. Purtroppo la Haven è anche teatro di numerosi incidenti, a volte mortali. Circa un mese fa, il 5 aprile scorso, aveva perso la vita, in un'immersione per visitare il relitto, un sub svizzero di 34 anni.

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