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Borsellino: Palermo, visita privata di Manfredi al Giardino della Memoria

19 luglio 2015 | 10.40
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Il Giardino della Memoria per le vittime mafia
Il Giardino della Memoria per le vittime mafia

Manfredi Borsellino, il figlio del giudice Paolo Borsellino, che ieri nel suo intervento a sorpresa, davanti al Capo dello Stato Sergio Mattarella, ha difeso la sorella Lucia "che ha portato la croce", questa mattina ha visitato in forma strettamente privata il Giardino della Memoria di Ciaculli e ha reso omaggio alle vittime della strage di Palermo del 19 luglio 1992 in cui caddero il padre, Paolo, e cinque agenti della polizia di Stato.

Erano presenti il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli, il vice-presidente nazionale dell'Unione cronisti, Leone Zingales, il presidente della sezione distrettuale di Palermo dell'associazione nazionale magistrati, Matteo Frasca, il consigliere nazionale dell'Unci, Giuseppe Lo Bianco, il presidente del Gruppo siciliano dell'Unci, Andrea Tuttoilmondo e il tesoriere del Consiglio direttivo dell’Unci Sicilia Daniele Ditta.

“Il Giardino della Memoria è ormai uno dei simboli della legalità e della vera lotta alla mafia dove, come è noto, i cronisti e i magistrati spendono energie sane e saldi valori per allontanare da questa terra il cancro della mafia. Questo luogo è importante perché teatro, al pari di via D'Amelio, di visite delle scolaresche che così imparano a non disperdere la memoria”, ha detto Manfredi Borsellino.

“Ricordo - ha proseguito Manfredi Borsellino - che il primo albero piantato in questo Giardino è stato proprio quello dedicato a mio padre e agli agenti trucidati quel terribile giorno. In questo momento vorrei spendere parole di elogio e di apprezzamento per quella gente comune e quei bambini che anche quest' anno, sfidando il caldo e rinunciando ad una domenica al mare, si daranno appuntamento nel luogo della strage e lì dove mio padre è nato, in piazza Magione alla Kalsa”.

Zingales, presenza figlio giudice ci riempie di orgoglio particolare

L'albero dedicato alle vittime della strage di via D'Amelio è l'unico, nel Giardino di Ciaculli, che reca una frase: “Nell'anniversario dell'eccidio di via D'Amelio, un albero per radicare nei nostri cuori la memoria del sacrificio di tutte le vittime di "Cosa nostra".

“La scelta di Manfredi Borsellino che oggi al Giardino della Memoria di Ciaculli ha voluto rendere omaggio al padre e agli agenti di scorta vittime della strage di via D'Amelio disertando quasi tutte le altre manifestazioni - ha detto il vice-presidente nazionale dell'Unci, Leone Zingales - ci riempie di orgoglio particolare perchè, al di là della stima e dell'affetto che da sempre l'Unci ha nutrito e nutre nei confronti della famiglia Borsellino certifica oltre undici anni di impegno costante che cronisti e magistrati hanno svolto a Ciaculli per promuovere, attraverso la diffusione della memoria delle vittime della mafia, valori reali di legalità praticata nell'interesse dello Stato e del contratto civile tra cittadini".

"Valori -ha aggiunto- del tutto incompatibili con finanziamenti, progetti, consulenze, incarichi professionali, finte minacce e intimidazioni subite e relazioni imbarazzanti che abbiamo visto emergere, con sempre maggiore frequenza, in associazioni e persone della cosiddetta ‘finta antimafia’ che si nutre, oltre che di denaro pubblico, anche della luce di ambigui riflettori, di vetrine e passerelle dove sono pronunciate parole vuote e senza anima perchè segnano la distanza tra la teoria di valori enunciati e la prassi di gestioni impresentabili che minano alla radice la credibilità dell'impegno civile antimafia e producono nelle coscienze disaffezione e distacco, svuotando di ogni significato il senso della parola Antimafia’”.

Per il presidente dell’Unci Sicilia, Andrea Tuttoilmondo, “la decisione di Manfredi Borsellino di voler onorare la memoria di suo padre Paolo riservandogli il proprio raccoglimento al Giardino della Memoria, testimonia ancora una volta il grande valore racchiuso da uno spazio che non è, né sarà mai, sterile espressione di un altare laico, bensì luogo prezioso ove condividere i propri affetti più veri e sinceri - ha spiegato - rinnovando in questo modo l'appello ad un impegno concreto nella lotta alle mafie, lontano da chiassosi clamori mediatici”.

Lo Bianco, da questo luogo sono scaturiti altri interventi per rilanciare memoria

Secondo il consigliere nazionale dell’Unci Giuseppe Lo Bianco, “oggi l'orgoglio è ancora maggiore perché da questo luogo, che abbiamo avuto l'idea di istituire assieme ai magistrati undici anni fa, quando la memoria delle vittime di mafia era stata abbandonata, a volte, persino dagli stessi familiari che in un clima di disattenzione generale avevano scelto una dimensione privata del ricordo, sono poi scaturiti, nel tempo, nel nostro Paese, interventi simili - altri riusciti, altri meno - che hanno contribuito a rilanciare la memoria delle vittime di mafia in un Paese sempre più pervaso dalla infiltrazione di Cosa nostra e delle altre mafie a tutti i livelli’”.

Zingales ha poi aggiunto: “Su questo tema siamo consapevoli di avere giocato una partita educativa importante, sulla quale non abbiamo fatto sconti a nessuno, non consentendo mai che il Giardino potesse essere utilizzato per alimentare ipocrisie, falsi miti o finti eroi - ha sottolineato -. Qui ci si inginocchia davanti ad ogni albero in un momento di riflessione e raccolta spirituale per comprendere il valore civile di un impegno testimoniato dalla storia di ogni vittima - che ogni visitatore apprende dalla voce di chi, cronista o magistrato, di volta in volta lo accompagna, quasi sempre al riparo da flash e telecamere, nel silenzio della natura".

"La visita, oggi, di Manfredi Borsellino, ed in passato di tantissimi familiari che ci hanno onorato della loro amicizia, oltre che di due Presidenti della Repubblica, di un Presidente del Consiglio, il conforto ed il dialogo costante con i vertici di Prefettura, Questura, Carabinieri e Guardia di Finanza, la presenza frequente dei vertici nazionali e regionali della Dia, e mi scuso con altre istituzioni che qui non cito per brevità, ci inducono -ha concluso- a proseguire in un impegno e in una strada che consideriamo quella giusta”.

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