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Coppia aggredita da cinghiali a Cefalù: lui muore, ferita la moglie

08 agosto 2015 | 10.34
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L'etologo: "Nei centri abitati per rovistare nella spazzatura"

(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)

Un uomo e una donna sono stati aggrediti da cinghiali in contrada Mullo a Cefalù (Palermo). A dare l'allarme ai carabinieri, che stanno conducendo le indagini, è stato il figlio della coppia, intorno alle 8.30 di questa mattina.

L'uomo, Salvatore Rinaudo di 77 anni, è morto mentre la moglie Rosa 73enne è stata trasportata all'ospedale San Raffaele Giglio della cittadina normanna. La donna sarà dimessa in giornata con una prognosi di 15 giorni. "La situazione è sotto controllo - ha detto il direttore sanitario dell'ospedale San Raffaele Giglio di Cefalù Giuseppe Ferrara - Possiamo essere tranquilli sullo stato della paziente, che non è mai stata in pericolo di vita. La donna è arrivata in pronto soccorso cosciente, accompagnata da un vicino e sulle proprie gambe. Riportava ferite multiple agli arti inferiori e all'addome che sono state trattate e suturate".

La coppia è stata trovata nei pressi della loro casa di campagna. "Salvatore Rinaudo è andato in soccorso dei suoi cani, aggrediti dai cinghiali, ma è stato a sua volta aggredito ed è caduto vicino a un torrente. La moglie è corsa in suo aiuto sentendo le grida ma anche lei è stata aggredita, per fortuna senza le stesse conseguenze", ha riferito il sindaco della cittadina normanna Rosario Lapunzina che ha ascoltato il racconto dalla moglie della vittima. Il primo cittadino, appena saputo dell'aggressione, si è recato all'ospedale per assicurarsi delle condizioni della donna e porgerle le sue condoglianze.

Il sindaco di Cefalù ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali di Salvatore Rinaudo. "E' assurdo che un uomo possa perdere la vita in questo modo - ha detto Lapunzina - Quella di oggi è una tragedia annunciata. Da tempo chiediamo che la Regione vari una legge per l'abbattimento controllato di queste specie ma si è perso troppo tempo. Il parco delle Madonie non può essere una palla al piede, deve essere una risorsa e i sindaci devono poter assicurare ai cittadini la sicurezza. Oggi, la tragedia che nella nostra società pare essere un elemento necessario a smuovere le coscienze. Bisogna intervenire immediatamente". Il sindaco ha inoltre invitato a osservare un minuto di raccoglimento prima dell'inizio di tutte le manifestazioni pubbliche in programma in città da oggi e fino al giorno delle esequie.

Allarme cinghiali, Wwf: dietro c'è un ricco business illegale - Per il Wwf si tratta di un'emergenza nota e denunciata da anni. Che la popolazione di cinghiali in Italia abbia raggiunto dimensioni allarmanti è un dato di fatto; che la soluzione sia il suo ridimensionamento è una constatazione che, in questo caso, vede d'accordo anche gli ambientalisti. Il problema è il 'come', perché ad essere in gioco ci sarebbero interessi che niente hanno a che vedere con la sicurezza, delle persone e dell'ambiente, e che ruotano intorno alla carne di questo animale. Un business illegale "da centinaia di migliaia di euro".

E' la denuncia di Franco Ferroni, responsabile Policy Biodiversità, Aree protette, Politiche Agricole del Wwf Italia, che all'Adnkronos parla di una questione nota a tutti: "Attorno al cinghiale c'è un mercato nero che vale centinaia di migliaia di euro: per un cinghiale abbattuto legalmente, ce ne sono almeno due abbattuti illegalmente". Questo significa anche che sul mercato, e sulle nostre tavole, "arrivano animali non controllati".

Arcicaccia: su cinghiali anche responsabilità venatorie, serve legge - Sull'allarme cinghiali "le responsabilità sono anche del mondo venatorio e della politica. In passato sono stati immessi questi animali sapendo che sarebbe esploso l'allarme del sovrannumero. Oggi abbiamo bisogno di intervenire in modo determinato per ridurre la pressione sull'agricoltura e per farlo occorre una normativa straordinaria, al di fuori delle normali regole". Così all'Adnkronos Osvaldo Veneziano, presidente nazionale Arcicaccia, che sottolinea la necessità "di affrontare la questione a monte: l'uso delle carni, facendo emergere il nero per trasformarle in una risorsa dei territori".

Per Veneziano serve una legge "che metta nelle condizioni di conoscere la quantità della popolazione e di agire, superando i limiti delle aree protette, con tempi indipendenti. C'è una legge ferma in Senato - aggiunge Veneziano - la commissione Agricoltura aveva individuato la gravità del tema, ma non ha dato seguito con gli interventi necessari".

Con una situazione ormai fuori controllo, il mondo della caccia chiede una legge che "possa operare alle dipendenze di chi deve affrontare i danni, agricoltori compresi, e che consenta di utilizzare la carne di cinghiale non più al nero, legalizzandone il commercio e con i conseguenti controlli sanitari", conclude Veneziano.

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