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Dal contrabbando di sigarette alla pornografia, così si finanzia l'Is

17 novembre 2015 | 10.47
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Dal contrabbando di sigarette alla pornografia, così si finanzia l'Is

Traffico di esseri umani, di specie animali in via d'estinzione, di prodotti farmaceutici, di sigarette di contrabbando, di beni d'arte, di carte d'identità rubate, di pornografia infantile: il commercio illegale finanzia i gruppi terroristici, a cominciare dall'Is. "Un'attività che sta continuando con grande rapidità" anche grazie al canale della dark net. E' quanto ha rivelato Louise Shelley, docente e direttrice del centro sulla corruzione, il terrorismo e il crimine transnazionale della George Mason University nel corso del convegno 'Traffici e terrorismo', organizzato da 'Limes' in collaborazione con Philip Morris Italia, e che si è tenuto ieri al Senato.

"Il commercio illegale è sempre esistito ma oggi assistiamo ad una sua maggiore diffusione con l'entrata dei traffici illegali nel mondo cibernetico". Non ci sono dunque solo il petrolio, il traffico di armi e rapimenti ed estorsioni ma "sono diverse le fonti a cui attingono" le organizzazioni terroristiche come l'Is che necessitano di un grosso flusso di denaro per mantenere in piedi un gruppo che deve addestrare uomini e trovare i mezzi per colpire i nemici, ha aggiunto Shelley evidenziando che il commercio illegale è un fenomeno di ampio respiro che non coinvolge solo gruppi terroristici, "ma aziende e funzionari corrotti".

I traffici illeciti sono "attività a basso rischio e a profitto molto elevato. E da parte dei governi non c'è la giusta attenzione che merita un fenomeno che invece dovrebbe essere prioritario", ha detto ancora Shelley invitando anche i consumatori ad essere responsabili evitando di comprare prodotti contraffatti.

Anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, aprendo il convegno ha sottolineato come la struttura dello Stato islamico "è largamente concepita attorno ad attività criminali necessarie per la sua sopravvivenza e per la fornitura di servizi ai suoi 'cittadini'. Tra questi servizi: traffico di droga, di esseri umani, di armi e di beni culturali".

"Sono già ben note le interconnessioni tra terrorismo, criminalità organizzate e traffici - ha continuato Grasso -. Io stesso quando avevo funzioni di procuratore nazionale antimafia ho avuto modo di accertare forme non solo di cooperazione ma anche di commistione, di sovrapposizione dei fenomeni e in Italia i processi giudiziari hanno svelato rapporti tra mafia e segmenti del terrorismo interno".

L'esperienza internazionale evidenzia, ha detto Grasso, tre forme di commistioni tra mafie e terrorismo: "i gruppi terroristici fanno ricorso a delitti a fini di profitto, le rotte e le modalità di spostamento di beni e persone coincidono sia nel caso di traffici sia nel caso di azioni terroristiche ed eversive, infine le mafie hanno sperimentato modalità di attacco allo Stato tipiche del terrorismo". Tutto questo deve mettere in atto "strategie" di lotta diverse rispetto al passato, tra cui ed esempio "l'uso estensivo di strumenti di aggressione ai patrimoni illeciti, per i quali in Italia abbiamo una legislazione completa".

Gianluca Campana, colonnello in servizio presso il Comando Generale della Guardia di Finanza, si è soffermato in particolare sul contrabbando si sigarette. "Sono 56,5 miliardi le sigarette illegali che circolano in ambito europeo a cui corrispondono 11 miliardi di euro di mancato gettito alle casse dell'erario - ha detto Campana citando un recente rapporto Kpmg -. Nel nostro paese ci sono 4,2 miliardi di sigarette illegali per un danno alle casse dello Stato di poco meno di 1 miliardo di euro". Campana ha ricordato poi che "l'Italia è il primo produttore di tabacco in Europa e il 14esimo nel mondo".

L'acquisto di un pacchetto di sigarette di contrabbando, ha osservato Campana, "va a finanziare la criminalità organizzata, non certo l'immigrato che lo vende". Inoltre, studi a livello internazionale dimostrano che la contraffazione delle sigarette, ha aggiunto, "vanno a finanziare anche il terrorismo, sebbene non vi siano al momento immediate evidenze investigative di questa circostanza".

"Dai dati investigativi emerge che non c'è un aumento del contrabbando classico - ha poi evidenziato Campana - quanto quello delle importazioni illecite di sigarette che sono prodotte lecitamente in paesi esteri ma che non rispettano gli standard qualitativi e sanitari previsti dalla legislazione italiana". Prodotti che vengono venduti da soggetti non autorizzati, "per questo viene contestato il reato di contrabbando", ha precisato Campana ricordando che tra le azioni di contrasto "la tracciabilità si rivela una misura preventiva di aiuto".

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