Pretendeva dal datore di lavoro il pagamento di 6mila euro mensili prospettando, in caso contrario, l'astensione dal lavoro dei dipendenti con conseguente sanzione da parte del Comune di Santa Maria Capua Vetere (Caserta).
I Carabinieri hanno eseguito un decreto di fermo del pm emesso dalla Dda di Napoli per estorsione continuata commessa con l'aggravante del metodo mafioso nei confronti di due dipendenti della ditta Dhi, appaltatrice del servizio di raccolta dei rifiuti nel comune sammaritano e in altri comuni della provincia.
Le indagini sono scattate a seguito dell'agitazione dei dipendenti Dhi, avvenuto il 16 aprile nel cantiere di Santa Maria Capua Vetere. In quell'occasione il servizio di raccolta rifiuti venne interrotto per circa 24 ore a causa di proteste dei lavoratori che lamentavano ritardi nei pagamenti degli stipendi.
La situazione causò l'attivazione di una procedura di infrazione da parte del Comune appaltante per inadempienza contrattuale, con sanzione per diverse decine di migliaia di euro. Dalle indagini è emerso il ruolo all'interno del cantiere di uno degli indagati, responsabile dei lavoratori, appartenente alla famiglia dei Bellagiò ritenuta contigua al clan dei Casalesi.
La ditta, al fine di evitare altre agitazioni illegittime e non preavvisate che la esponessero al pagamento di penali nei confronti del Comune, versava stipendi mensili gonfiati di circa 3mila euro al responsabile dei lavoratori.
L'indagato T.D.G., spalleggiato dal proprio complice - Raffaele Guerriero, 34enne neo consigliere comunale di Marcianise (Caserta), vicesegretario del Partito democratico di Marcianise -, sarebbe inoltre giunto a pretendere che gli fosse corrisposta dal datore di lavoro la somma di 6mila euro mensili, non corrispondente a quella di inquadramento professionale, prospettando, in caso contrario, di intervenire grazie alla sua caratura criminale presso i dipendenti della Dhi per costringerli ad astenersi dal servizio.
