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Scontro treni, domani al palasport di Andria i funerali delle vittime

15 luglio 2016 | 11.43
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Si terrà domani mattina, alle 11 al Palasport di Andria, la cerimonia funebre delle vittime del disastro ferroviario sulla linea gestita dalla Ferrotramviaria che ha provocato 23 vittime e una cinquantina di feriti. Lo rende noto il Comune. Il rito funebre riguarderà tutte le vittime, ad eccezione di quelle, al momento 4, i cui familiari hanno deciso di portare i loro cari nei comuni non pugliesi di residenza o di non partecipare alla cerimonia collettiva. La cerimonia sarà presieduta dal vescovo della Diocesi di Andria, Canosa e Minervino, monsignor Luigi Mansi.

Mentre si terranno oggi all'Istituto di medicina legale dell'Università di Bari, presso il Policlinico, le autopsie sui corpi dei dipendenti della Ferrotramviaria, deceduti martedì nello scontro fra i due treni. Saranno eseguite dal direttore dell'Istituto, Francesco Introna, a seguito del conferimento di incarico da parte della procura di Trani che indaga sul disastro.

In una nota di Ferrotramviaria Spa si legge che la società "è accanto alle famiglie degli scomparsi, fra cui ci sono anche suoi dipendenti, e si rende disponibile e pronta a fare tutto quello che le compete per sostenerle".

Intanto sono scesi a 7 i passeggeri ricoverati in ospedale con prognosi riservata. E' quanto riferisce il Dipartimento per le Politiche della salute della Regione nel suo bollettino medico. Sono sempre 21 i feriti ricoverati negli ospedali pugliesi (8 ad Andria, 4 a Barletta, 1 a Bisceglie, 1 a Molfetta, 2 a Terlizzi, 4 al Policlinico di Bari e 1 all'ospedale San Paolo, sempre nel capoluogo). Risultano stazionarie, in alcuni casi anche migliorate, le condizioni dei pazienti più gravi. Per la paziente del San Paolo è stata sciolta la prognosi a 30 giorni. Nel fine settimana previste dimissioni di alcuni dei pazienti non gravi.

RENZI - "La strage dei treni in Puglia ha scosso molti di noi, ma ha soprattutto distrutto la vita di oltre venti famiglie. I giudici indagano come è giusto sulle cause. Da parte mia ho volutamente scelto di evitare con cura ogni polemica: non è il tempo delle accuse, non è il tempo degli sciacalli. Lasciamo che i magistrati facciano il loro lavoro, punto". Lo scrive il premier Matteo Renzi nella sua enews.

"Ho però voluto testimoniare - scrive il premier - la nostra vicinanza al popolo pugliese e ai soccorritori andando la sera stessa a Corato e incontrando poi in prefettura a Bari le autorità del territorio. Mi hanno colpito tante storie che mi sono state raccontate in così poco tempo. Il poliziotto, gli studenti, la prossima sposa, anziani e giovani con il loro carico di speranze e difficoltà: non erano numeri, erano persone per le quali occorrerà che almeno sia fatta giustizia".

In Puglia, continua, "mi ha colpito la generosa passione soprattutto delle donne e degli uomini che con una divisa o semplicemente da volontari hanno mostrato il volto migliore dell'Italia".

"In particolar modo - prosegue il premier - tengo tatuato nel cuore il racconto che mi hanno fatto i due vigili del fuoco che hanno estratto dalle lamiere, vivo, il piccolo Samuele che ha compiuto sette anni proprio in questi giorni. Il modo con il quale lo hanno cercato di tranquillizzare, parlandogli di Sam il pompiere, facendogli vedere i video sul telefonino, calmandolo e poi salvandolo. Quando l'ho abbracciato per ringraziarlo - a nome di tutti noi - mi ha detto 'Abbiamo fatto solo il nostro lavoro'. Mi sono emozionato e commosso. Come sono stato colpito dalle immagini dei pugliesi che si sono messi in fila per donare il sangue, in silenzio. Anche questa è l'Italia".

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