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Migranti, sindaci sul piede di guerra: presidio all'hotel che li ospita

16 luglio 2017 | 12.26
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Un presidio 'continuo' sino a quando i migranti non verranno spostati in una struttura migliore diversa dall'albergo in cui si trovano tutt'ora. Questo l'annuncio del sindaco di Castell'Umberto, Vincenzo Lionetto Civa, in merito all'arrivo dei migranti nel comune messinese.

Intanto si è svolta una riunione, alla quale hanno preso parte molti sindaci dei Nebrodi, che presiederanno sotto la struttura ricettiva, ed è stato letto il documento consegnato già dieci giorni fa al prefetto di Messina col quale si chiedeva un incontro sui problemi dell'accoglienza. Il prefetto di Messina, Francesca Ferrandino, li ha convocati. L'incontro è in programma il 20 luglio, alle 12.

"Hanno ragione i sindaci che si ribellano e che non vogliono più clandestini nei loro comuni. La rivolta deve arrivare fino ai porti dove si dovranno respingere le navi che vogliono portare altri clandestini extracomunitari nel nostro Paese" dichiara il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

"Le Ong vanno letteralmente messe al bando. L'Ue ha approvato una regolamentazione ben più blanda di quella che abbiamo chiesto in Parlamento e, dopo il dilagare degli sbarchi, perfino quelle proposte sono insufficienti perché le Ong - sottolinea - svolgono un'azione eversiva contro gli Stati, i loro confini e i loro diritti. Pertanto bisogna agire con sanzioni penali e dar luogo a una stretta respingendo, espellendo, impedendo fisicamente gli sbarchi".

"Ovviamente - incalza Gasparri - facendo coriandoli delle proposte di legge come lo ius soli che di fatto il Pd sta rinunciando a portare avanti perché sa benissimo che sarebbe dapprima respinto dal Parlamento e poi travolto nel Paese da una giusta e motivata contestazione popolare".

Per la capogruppo di Sinistra italiana al Senato, Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto, “le proteste dei sindaci contro l'ospitalità per i migranti nei loro comuni" sono invece "anche il frutto di una campagna irresponsabile di allarmismo, oltre che dell'egoismo dell'Europa che continua a dispensare solo belle parole senza mai passare ai fatti”.

“Se si dipinge una situazione certamente delicata ma altrettanto certamente non emergenziale come se fosse un'invasione, è ovvio che soprattutto le piccole comunità reagiscano col panico. Il governo sta facendo il contrario di quel che sarebbe saggio fare. Invece di tenere a bada le paure irrazionali le fomenta. Invece di insistere usando ogni mezzo con l'Europa perché si assuma le proprie responsabilità sbandiera successi diplomatici inesistenti. Invece di dire la verità ai cittadini italiani scarica ogni responsabilità sulle Ong e impone un 'codice' che non otterrà nessun risultato se non rendere più difficili i salvataggi e aumentare il numero già altissimo di vittime”, conclude De Petris.

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