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A Natale niente messa, parroco: "Troppo pericoloso"

29 novembre 2017 | 17.43
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(Fotogramma)
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"Sono già diversi anni, 4 o 5, che ho fatto la scelta di non fare più la messa di mezzanotte. Ha fatto bene don Vincenzo. Mi pare che ci sono anche altre parrocchie che si stanno orientando in questo senso". Così all'Adnkronos don Marco Simone, parroco della chiesa di San Carlo Borromeo, di via Brigata Regina, al quartiere Libertà di Bari, a proposito della decisione annunciata dal suo collega don Vincenzo Auciello, della chiesa di Santa Cecilia, che si trova nello stesso rione, di anticipare la messa della vigilia di Natale a causa del clima di insicurezza che caratterizza tutta la zona, specie nelle ore serali.

"Veniva poca gente alla messa di mezzanotte - spiega don Marco - e poi a quell'ora le persone hanno paura. Inoltre si è creata la tradizione che la vigilia di solito i fedeli rimangono a casa. Non è più come una volta: ci sono i regali, gli amici. E quindi già da 4 o 5 anni sono stato forse il primo qui a Bari a dire la messa alle 17.30, in modo tale che alle 19 si chiude tutto. Anche perché in questa zona cominciano i 'botti' e la gente ha paura di venire o di ritornare".

I baresi del resto il 24 dicembre per la vigilia di Natale hanno da sempre la tradizione di saltare il pranzo per iniziare nel tardo pomeriggio una cena lunga. Solo che i più osservanti, poco prima di mezzanotte, non mancavano di andare a messa. "Inizialmente avevo pensato di fare due messe alle 17 e alle 23 - spiega ancora - poi ho visto che a quella delle 23 le presenze cominciavano a scemare fino a giungere a dire messa per 20 persone. E quindi, dopo aver chiesto l'opinione dei fedeli, ho deciso di eliminare la messa di mezzanotte e di celebrarne solo una alle 17.30. Anche in Cattedrale va poca gente - rileva don Marco - nonostante sia il vescovo a celebrare messa. Loro resistono ma per le parrocchie periferiche o in quartieri difficili è una scelta giusta”.

E il quartiere Libertà, uno dei più popolari, da sempre, presenta diverse criticità. Proprio la chiesa di San Carlo Borromeo ha subito nella notte tra il 21 e il 22 novembre scorso un raid vandalico. Era stato don Marco già da diversi mesi a chiedere un incontro con il sindaco e gli assessori per parlare del degrado.

L'assemblea si è tenuta la sera del 21 ed è stata molto partecipata. "Nella notte mi hanno fatto una intimidazione - racconta - sono entrati in chiesa e hanno messo tutto in subbuglio: hanno rotto vetrate e porte portandosi via solo il computer. Ma non erano ladri o drogati, le cassette delle luci con le offerte sono rimaste intatte. Era solo una intimidazione perché, evidentemente non è piaciuto a qualcuno che io facessi un po' di movimento in questa zona per il degrado, per la sporcizia, per le luci, per la paura della gente".

"Sa – continua don Marco - ci sono gli extracomunitari che dalla mattina alla sera quasi ogni giorno sostano e chiedono soldi e cominciano a urlare. E' un momento particolare. La mia parrocchia è al centro del quartiere anche se qui abbiamo a 150 metri il Tribunale ma il Tribunale lavora per conto proprio. E' soprattutto la sera rimanere in giro fa un po’ paura".  

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