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Unipol-Fonsai, Cimbri e Stefanini rischiano processo

27 luglio 2018 | 19.34
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Carlo Cimbri, amministratore delegato di UnipolSai, e Pierluigi Stefanini, presidente del gruppo Unipol, rischiano il processo per aggiotaggio. A quanto apprende l'Adnkronos il procuratore aggiunto di Torino, Marco Gianoglio, ha notificato l'avviso di chiusura indagine dell'inchiesta con cui, da oltre tre anni, sta provando a ricostruire gli intrecci dietro alla fusione tra il gruppo assicurativo bolognese e l'ex galassia della famiglia Ligresti (Fondiaria Sai, Premafin e Milano Assicurazioni).

Il passo preliminare alla richiesta di rinvio a giudizio è legato alla corposa documentazione raccolta dal pm Gianoglio (lo stesso che ordinò l'arresto dei Ligresti): dalla voluminosa perizia sui concambi redatta dai consulenti tecnici, Enrico Stati e Fabrizio Dezani, alle numerose intercettazioni telefoniche - dal 2014 all'estate 2016 - che riguardano gli indagati. L'ipotesi accusatoria è che nel complesso matrimonio tra i due gruppi sarebbe stato falsato il valore di concambio a favore di Unipol. In particolare, i concambi sarebbero stati alterati con l'effetto di incidere sui rapporti di forza tra gli azionisti: per l'ipotesi accusatoria il valore del gruppo assicurativo bolognese sarebbe risultato più alto alla luce di una valutazione troppo positiva degli immobili e dei prodotti strutturati in pancia alla società.

Oltre a Cimbri, l’atto di chiusura della procura di Torino - che si è contesa con Milano la complessa indagine - riguarda altre sei persone. Devono rispondere dell'accusa di aggiotaggio Roberto Giay, ex amministratore delegato di Premafin Finanziaria; Fabio Cerchiai, ex presidente del consiglio di amministrazione di Milano Assicurazioni; Vanes Galanti, ex presidente del consiglio di amministrazione di Unipol Assicurazioni. Rischierebbero il processo anche un advisor (sempre per aggiotaggio) e un ex esponente della Consob (per altro reato). Ora toccherà ai difensori degli imputati rispondere per chiarire la tesi accusatoria.

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