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Rubate 20 pietre d'inciampo a Roma

10 dicembre 2018 | 13.37
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Rubate 20 pietre d'inciampo a Roma

Venti pietre d'inciampo sono state divelte e rubate nella notte nel Rione Monti a Roma. Erano dedicate a 20 membri della famiglia Di Consiglio ed erano state installate il 9 gennaio 2012. Le pietre ricordano i cittadini ebrei deportati nei campi di concentramento. La denuncia del furto arriva dall'Associazione 'Arte in Memoria' che dal 2010 si occupa dell'installazione delle pietre nella Capitale.

La procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in merito a quanto accaduto. L'ipotesi di reato è furto aggravato dall'odio razziale. L'indagine è affidata al procuratore aggiunto Francesco Caporale che è in attesa di un'informativa sull'accaduto da parte dei carabinieri.

Adachiara Zevi, presidente dell'associazione culturale 'Arte in Memoria' che promuove il progetto 'Memorie d'inciampo', dice all'Adnkronos: "E' un atto intollerabile, incredibile e inammissibile di vandalismo di stampo fascista e antisemita. Si tratta di un gesto reso possibile, legittimato, da un governo che discrimina e perseguita le persone diverse, le minoranze e tutti coloro che lottano per i diritti civili. Stiamo vivendo un momento terribile".

"E' gente che si sente legittimata durante una notte di domenica a compiere un'operazione del genere - aggiunge Zevi - senza che nessuno si accorga di niente: è assurdo. E' in atto una politica discriminatoria, che legittima atti di questo genere". "Stiamo organizzando per questa sera intorno alle 20 un presidio davanti alla casa della famiglia Di Consiglio, nel rione Monti, - annuncia- perché è un attacco a coloro che sono stati sterminati, a coloro che testimoniano ogni giorno quanto è accaduto, con i loro racconti".

Il presidio "silenzioso" promosso dall'Associazione Arte in Memoria e dal primo Municipio si svolgerà stasera alle 20 in via Madonna dei Monti 82. Tutti i cittadini romani sono invitati "per testimoniare - si legge in una nota - il loro sdegno contro il furto delle 20 pietre d'inciampo in memoria della famiglia Di Consiglio sterminata dai nazi-fascisti".

''Il furto delle pietre d'inciampo è un atto grave e preoccupante. In attesa che le forze dell’ordine facciano luce sulle responsabilità, sia chiaro a tutti che la memoria non si cancella''. Così in un tweet la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello.

In un tweet la sindaca di Roma Virginia Raggi definisce ''inaccettabile" il furto. "Un gesto che condanno con forza e profonda indignazione. La memoria - sottolinea - esige rispetto''.

Non è la prima volta che a Roma vengono rubate le 'pietre d'inciampo' poste davanti alle abitazioni da cui sono stati deportati ebrei, politici e militari durante l'occupazione nazifascista. Nel gennaio 2012 vennero divelte ad esempio quelle collocate in via Santa Maria in Monticelli, di fronte alla casa da cui furono deportate le sorelle Spizzichino, vittime della Shoah. I sampietrini in ottone, con su inciso il nome delle vittime, l'anno di nascita e di morte, erano stati sistemati due giorni prima e vennero sostituiti con normali cubi di porfido. L'autore del gesto si rivelò poi un romano che ammise le sue responsabilità spiegando però che non si era trattato di un gesto antisemita ma legato a fatti "estetici": "Sembra un cimitero e non lo voglio davanti al mio portone", si era giustificato l'uomo.

Nella notte tra il 29 e il 30 maggio dello stesso anno venne invece divelta e sostituita da un normale sampietrino la pietra d'inciampo collocata a via Garibaldi 38 in memoria di Augusto Sperati, falegname trasteverino antifascista, deportato nel lager di Mauthausen e ucciso nel '44 nel Castello di Hartheim. La pietra è stata poi ricollocata pochi mesi dopo, il 4 gennaio 2013.

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