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Caso Ruby

Berlusconi: "Mai conosciuta Imane"

16 marzo 2019 | 12.04
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Il Cav: "Mi spiace ma sue dichiarazioni inventate e assurde". Guzzanti: "Vicenda inquietante. Il giallo sulla morte della modella marocchina testimone chiave nei processi Ruby

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"Spiace sempre che muoia qualcuno di giovane. Quello che ho letto delle sue dichiarazioni mi ha sempre fatto pensare che possano essere tutte cose inventate e assurde". Così il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, rispondendo alla domanda di un giornalista a proposito della morte a Milano di Imane Fadil, una delle testimoni del processo sul caso Ruby. "Io non ho mai conosciuto questa persona, né le ho mai parlato", ha poi sottolineato.

A commentare la vicenda anche Paolo Guzzanti, che da presidente della Commissione parlamentare Mitrokhin si occupò del caso dell'avvelenamento da polonio dell'agente russo Aleksandr Litvinenko: "Prima di ogni commento bisogna aspettare l'esito ufficiale degli esami tossicologici - dice all'Andkronos -. E' una vicenda inquietante, su cui non si possono esprimere giudizi definitivi. Allo stato ci si può solo chiedere 'cui prodest', a chi giova questa situazione, uno scenario che potrebbe influire sull'immagine di Berlusconi, anche se non ce lo vedo proprio, nella maniera più assoluta, a ordinare una cosa del genere".

"Non ho elementi sulla vicenda di Imane Fadil - continua Guzzanti -. L'autopsia chiarirà le cause del decesso, se fossero confermate le indiscrezioni per cui si è trattato di un avvelenamento da cobalto mi sembrerebbe strano che la sostanza sia già stata individuata. In questo senso è un giallo un po' 'sfacciato'. Nel caso di Litvinenko fu utilizzato un isotopo radioattivo mai usato nella storia del crimine, ci volle molto tempo prima di accertarne la presenza. Qui sembra un caso opposto".

Per Mario Scaramella, ex consulente della Commissione Mitrokhin, che nel novembre 2006 incontrò a pranzo Litvinenko "un veleno è fatto per non essere individuato e questi sono veleni di Stato o della cosiddetta State-sponsored-Mafia". "Difficile - aggiunge - per gli inquirenti farsi una idea in tempi brevi sui fatti di Milano, credo in Italia non ci siano le competenze tecnico-militari necessarie, solo i pochi governi che possiedono arsenali nucleari o che gestiscono questo livello di operazioni di intelligence hanno quel che serve per orientarsi, l'ideale sarebbe richiedere la collaborazione del Regno Unito in questa indagine".

Intanto, Ambra Battilana e Chiara Danese, le altre due ragazze che si sono costituite parte civile nel processo Ruby Ter come Imane, "per il momento sono abbastanza tranquille, perché una è lontanissima da Milano e l'altra vive in America - spiega all'Adnkronos il loro legale Mauro Rufini -. E certamente per il momento non dirò loro di tornare in Italia". Secondo l'avvocato la vicenda di Imane è "a dir poco" inquietante. La morte della giovane, "che si può definire sospetta, si occupano addirittura il procuratore capo della Procura della Repubblica di Milano, il dottor Greco, che ha delegato a se stesso l'indagine aggiungendo a sé un procuratore aggiunto, la dottoressa Siciliano, che è già pubblico ministero nel processo al processo in cui è principale imputato l'onorevole Silvio Berlusconi" afferma l'avvocato.

Per Rufini il fatto che il procuratore capo di Milano "non deleghi a nessuno ma riservi a se stesso e si interessi in prima persona di questa strana e straordinaria morte, e chieda conforto al vice procuratore già competente e fra i più qualificati, mi fa ritenere che i fatti siano forse più interessanti di quanto non dicano le fredde parole sul decesso per avvelenamento" di Imane. E sull'andamento processuale del cosiddetto Ruby Ter "mi sono fatto una pessima idea e questo è un elemento finale che aggiunge scuro al buio", aggiunge Rufini.

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