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Osservatore Romano, scoppia il 'caso Scaraffia'

26 marzo 2019 | 19.47
LETTURA: 6 minuti

La storica si dimette insieme alle colleghe del mensile dedicato alle donne: "Noi delegittimate dal direttore"

(Fotogramma /Ipa)
(Fotogramma /Ipa)

Lucetta Scaraffia lascia la collaborazione e dunque la direzione del mensile dell'Osservatore Romano 'Donna Chiesa Mondo'. E, con lei, lascia l'intera redazione. Nel prendere atto della "libera e autonoma decisione della professoressa di interrompere la collaborazione e di considerare chiusa la sua direzione" del mensile, il direttore del quotidiano d'Oltretevere Andrea Monda precisa che "da quando sono stato nominato direttore ho garantito alla professoressa Scaraffia e al gruppo di donne della redazione la stessa totale autonomia e la stessa totale libertà che hanno caratterizzato l'inserto mensile da quando è nato, astenendomi dall'interferire in qualsiasi modo sulla fattura del supplemento mensile del giornale e limitandomi a offrire il mio doveroso contributo (nel suggerimento di temi e persone da evetualmente coinvolgere) alla libera valutazione della professoressa Scaraffia e della redazione del supplemento". Nel ringraziare la storica per il lavoro svolto in questi anni, Monda spiega che "quanto al futuro del supplemento, posso assicurare che esso non era in discussione. E che dunque la sua storia non si interrompe ma continua. Senza clericalismi di alcun genere".

Nella nota con la quale spiega la sua versione dei fatti, il direttore dell'Osservatore Romano spiega inoltre che il suo "impegno non è stato in alcun modo di depotenziare il mensile 'Donne Chiesa Mondo', al quale è stato semmai confermato integralmente il budget ed è stata garantita la traduzione e la diffusione in altri Paesi nonostante la necessità generale di contenere i costi della Curia. Il mio impegno è stato e rimane quello di potenziare l'edizione quotidiana de 'L'Osservatore Romano' (non certo in termini di concorrenzialità ma di complementarietà con il supplemento) come è naturale e giusto che sia".

SCARAFFIA: "NOI DELEGITTIMATE" - Scaraffia - che ha scoperchiato con un'inchiesta la piaga degli abusi sessuali sulle suore - non ci sta e spiega all'Adnkronos le ragioni della redazione dimissionaria in blocco: "Il cambiamento l'ho registrato con la nuova direzione. Da quel momento è stata tutta un'altra cosa e non era più possibile proseguire". La storica, da sempre in prima linea nella battaglia per dare più spazio alle donne nella Chiesa, si augura che la lotta non subisca un arresto: "Speriamo non ci sia una battuta di arresto anche se lo temo fortemente".

Dopo sette anni di collaborazione con l'Osservatore Romano, ha scritto un editoriale e una lettera aperta al Papa nelle quali spiega le ragioni delle dimissioni in blocco: "Constatiamo che non ci sono più le condizioni per continuare la nostra collaborazione con 'L'Osservatore Romano'. Il mensile era nato da un' iniziativa femminile autonoma, realizzato da un gruppo di donne che si erano aggregate nel corso degli anni, ed era stato approvato e sostenuto da due papi, Benedetto XVI e Francesco".

"Questa linea - scrive ancora Scaraffia nell'editoriale con il quale si congeda dalla direzione del mensile - non ha trovato l'appoggio della nuova direzione dell'Osservatore Romano, indirizzata piuttosto a depotenziare 'Donne Chiesa Mondo', avviando collaborazioni e iniziative che appaiono concorrenziali, con l'effetto di mettere le donne l'una contro l'altra invece di sollecitare confronti aperti, e dimostra così di non considerare i membri della redazione interlocutori sufficientemente 'affidabili'. Si torna così alla selezione delle donne che parte dall'alto, alla scelta di collaboratrici che assicurano obbedienza, e si rinuncia a ogni possibilità di aprire un vero dialogo, libero e coraggioso, fra donne che amano la Chiesa nella libertà e uomini che ne fanno parte. Si torna all'autoreferenzialità clericale e si rinuncia a quella parresia tante volte chiesta da Papa Francesco, nella cui parola e nel cui magistero tanto ci riconosciamo. Riteniamo necessaria questa scelta per salvaguardare la nostra dignità ed evitare così il processo di logoramento purtroppo già in corso".

In una lettera aperta a Bergoglio, Scaraffia scrive: "Caro papa Francesco, con grande dispiacere Le comunichiamo che sospendiamo la nostra collaborazione a 'donne chiesa mondo', il mensile dell'Osservatore Romano da noi fondato, del quale Benedetto XVI ha permesso la nascita proprio sette anni fa e che Lei ha sempre incoraggiato e sostenuto. Gettiamo la spugna perché ci sentiamo circondate da un clima di sfiducia e di delegittimazione progressiva, da uno sguardo in cui non avvertiamo stima e credito per continuare la nostra collaborazione. Con la chiusura di 'donne chiesa mondo' si conclude, o meglio si spezza, un'esperienza nuova ed eccezionale per la Chiesa: per la prima volta un gruppo di donne, che si sono organizzate autonomamente e che hanno votato al loro interno le cariche e l'ingresso di nuove redattrici, ha potuto lavorare nel cuore del Vaticano e della comunicazione della Santa Sede, con intelligenza e cuore liberi, grazie al consenso e all'appoggio di due papi".

All'editoriale di Scaraffia risponde ancora il direttore Monda: "In nessun modo ho selezionato qualcuno, uomo o donna, con il criterio dell'obbedienza. Semmai, al contrario, evitando di interferire con il supplemento mensile, ho sollecitato nella fattura del quotidiano confronti realmente liberi, non costruiti sul meccanismo degli uni contro gli altri o dei gruppi chiusi. E l'ho fatto proprio nel segno dell'apertura e della parresia chiesta dal Papa, nelle cui parole e nel cui magistero ci riconosciamo".

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