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"Chi è il criminale?", la stoccata di Casarini

02 aprile 2019 | 19.14
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(Fotogramma)
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"Purtroppo le tragedie accadono continuamente, stiamo facendo colpevolmente morire delle persone in mare che cercano di salvarsi dall'orrore libico e lo stiamo facendo dal punto di vista istituzionale, quindi chi è il criminale? Ci sono donne e bambini soli senza che nessuno dia loro aiuto. Mi chiedo: chi è il criminale?". A parlare con l'Adnkronos è Luca Casarini, capo missione della nave Mare Jonio, che ha appena lasciato il Palazzo di giustizia di Agrigento, dove è stato interrogato per questo sette ore dal Procuratore aggiunto Salvatore Vella e dalla pm Cecilia Baravelli nell'ambito dell'inchiesta che lo vede indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, insieme con il Comandante della nave Pietro Marrone.

"Noi crediamo molto in questa indagine della magistratura di Agrigento, e io spero che si vada fino in fondo. Perché è molto importante che su temi come la legittimità della Sar libica o il fatto che in Libia non esistano porti sicuri, si possa costruire giurisprudenza che sia valida per tutti - afferma Casarini -. Io, in ogni caso, affronto questa indagine con la massima serenità, ma fornendo tutti gli elementi possibili perché si faccia chiarezza e si vada fino in fondo".

"Il tema non è solo affermare che salvare vite sia un atto meritorio - dice ancora prima di lasciare Agrigento - ma capire chi sta compiendo dei crimini facendo anche affogare le persone e facendole riconsegnare ai carcerieri che le tengono nei campi di concentramento, fornendo motovedette a milizie armate".

Per Casarini "bisogna andare fino in fondo e fare in modo che possa diventare il vero argomento da approfondire e non l'assurdita dei porti chiusi e la colpevolizzazione delle ong. Mi aspetto che si vada fino in fondo, questa volta, su questo tema e mi aspetto che chi salva le vite in mare non sia più criminalizzato e osteggiato, che è ciò che sta avvenendo in questo momento". E ancora, prosegue, "spero che questa inchiesta possa dimostrare che la Guardia costiera libica non fa soccorsi ma cattura i fuggitivi dai campi di concentramento e li riporta lì. Ripeto, la guardia libica non ha nessun porto sicuro riconosciuto da nessuna istituzione, e dire che la guardia costiera libica fa soccorsi è un paradosso". "E' come dire che se i prigionieri di Auschwitz scappano e viene dato alle SS il compito di salvarli..." dice Casarini.

Quindi sottolinea: "Sia chiaro che io non scappo dai processi, come fanno altri. E non faccio nomi. Io credo in questa indagine che potrò fare luce su come siano andate le cose in quei giorni sulla mare Jonio".

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