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Soffocato dalla mamma

18 aprile 2019 | 07.45
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Il piccolo Gabriel, due anni, non è stato investito da un'auto come riferito in un primo momento. La donna è stata arrestata dai carabinieri

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Lo ha soffocato stringendogli il collo e chiudendogli la bocca, causandone la morte per asfissia. Per questo Donatella Bonna, una donna di Atina, residente a Piedimonte San Germano (Fr), è stata arrestata a Cassino dai carabinieri coadiuvati dal reparto operativo del comando provinciale di Frosinone per l'omicidio del figlio di poco più di due anni.

Il bambino, nato a Sora l'11 dicembre 2016, non era dunque stato investito ieri pomeriggio, come riferito dalla madre in un primo momento, ma è stata la stessa donna ad ammazzarlo poco prima durante una passeggiata, presa da un raptus.

In lacrime perché voleva andare dalla nonna, il piccolo Gabriel Faroleto è stato ucciso in strada, ieri pomeriggio. La madre che poco prima aveva incontrato il padre del piccolo con il quale non vive più insieme, ha 28 anni, è di Frosinone ed è incensurata. Mai in cura per problemi mentali, la donna è stata interrogata dai carabinieri e aveva ancora i graffi sulle braccia lasciati dal figlio nel tentativo disperato di salvarsi dal soffocamento.

Eppure, una volta compiuto il drammatico gesto, la giovane mamma si è rimessa a camminare verso la casa che le avevano lasciato i genitori, in località Volla a Piedimonte San Germano, iniziando a pensare al copione da recitare. "Me l'hanno ammazzato" ha detto prima ai sanitari del 118 che, arrivati con una eliambulanza, hanno provato a rianimare il piccolo per quasi un'ora nel cortile di casa. "Mi hanno investito con mio figlio in braccio" la prima versione raccontata anche ai carabinieri di Frosinone che con lei hanno ricostruito in auto il percorso che la donna aveva raccontato di aver fatto arrivando fino al presunto luogo dell'investimento.

E' stato lì che il castello di carte costruito dalla ventottenne ha iniziato a crollare pezzo dopo pezzo. Non un segno corrispondente a un incidente, nemmeno la traccia di un'auto in fuga: le prime ammissioni della mamma sono partite da lì e poi, davanti al suo avvocato e al sostituto procuratore Valentina Maisto, la confessione. Poche lacrime, solo all'inizio. Un racconto freddo, di una donna consapevole degli anni di carcere che l'aspettano, cinica davanti ai carabinieri. Il corpo del piccolo Gabriel è ora nella camera mortuaria dell'ospedale Santa Scolastica di Cassino dove sarà sottoposto a esame autoptico. La madre, invece, è nel carcere femminile di Rebibbia.

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