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Papa: "Porte chiuse a migranti per calcoli politici"

19 aprile 2019 | 21.34
LETTURA: 3 minuti

E' l'accusa che lancia Papa Francesco al termine del rito della Via Crucis al Colosseo. Testi affidati a suor Eugenia Bonetti. Guarda il video di Vatican News

(Afp)
(Afp)

di Enzo Bonaiuto

"I migranti che trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici"; "i piccoli feriti nella loro innocenza e nella loro purezza", chiaro riferimento agli scandali di pedofilia; l'ambiente vittima di "occhi egoistici e accecati dall'avidità e dal potere"; e "la Chiesa che si sente assalita continuamente, dall'interno e dall'esterno". Sono quattro delle 'croci' che Papa Francesco indica nel suo discorso-preghiera che conclude la via Crucis al Colosseo, il tradizionale rito che chiude il primo giorno del triduo di preparazione alla Pasqua. Parlando in mondovisione, il Pontefice indica "tutte le croci del mondo". Cita nell'ordine "le persone affamate di pane e di amore, le persone sole e abbandonate perfino dai propri figli e parenti; le persone assetate di giustizia e di pace; le persone che non hanno il conforto della fede; gli anziani che si trascinano sotto il peso degli anni e della solitudine". E poi, appunto, "i migranti che trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici"; e "i piccoli, feriti nella loro innocenza e nella loro purezza". Il Papa prosegue il suo elenco di 'croci del mondo': "La croce dell'umanità che vaga nel buio dell'incertezza e nell'oscurità della cultura del momentaneo"; "le famiglie spezzate dal tradimento, dalle seduzioni del maligno o dall'omicida leggerezza dell'egoismo". E ancora, con un riferimento più specifico ai cristiani e alla Chiesa: "I consacrati che cercano instancabilmente di portare la luce di Dio nel mondo e si sentono rifiutati, derisi e umiliati"; "i consacrati che strada facendo hanno dimenticato il loro primo amore"; "gli emarginati e gli scartati perfino dai loro familiari e dai loro coetanei". Quindi, "le nostre debolezze, le nostre ipocrisie, i nostri tradimenti, i nostri peccati e le nostre numerose promesse infrante". E arriva, poi, il turno della "Chiesa che si sente assalita continuamente dall'interno e dall'esterno" e che "fatica a portare l'amore di Dio perfino tra gli stessi battezzati". Infine, "la nostra casa comune che appassisce seriamente sotto i nostri occhi egoistici e accecati dall'avidità e dal potere". Davanti a tutte queste "croci del mondo", Papa Francesco nella sua preghiera finale chiede a Cristo di "ravvivare in noi la speranza della resurrezione e della definitiva vittoria contro ogni male e ogni morte", chiudendo il rito della Via Crucis al Colosseo.

I testi della Via Crucis sono stati affidati a suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata e presidente dell'associazione 'Slaves no more', che ha posto al centro delle meditazioni la sofferenza di tante persone vittime della tratta di esseri umani.

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