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Uno Bianca, permesso premio ad Alberto Savi

03 gennaio 2020 | 20.05
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Protesta Rosanna Zecchi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime: "Che giustizia è? Capisco che sono passati anni, ma bisogna prendere coscienza di cosa hanno fatto"

ALBERTO SAVI (Fotogramma)
ALBERTO SAVI (Fotogramma)

Alberto Savi, il più giovane dei tre fratelli della banda della Uno Bianca, che tra il 1987 e il finire del 1994 fece 24 morti e più di 100 feriti, ha ricevuto un permesso premio in occasione delle festività natalizie, per passare qualche giorno a casa. L'ex poliziotto, che sta scontando l’ergastolo, è già rientrato nel carcere di Padova, come ha confermato la sua legale, l’avvocata Anna Maria Marin.
Non è il primo permesso
premio usufruito da Alberto Savi: lo aveva ottenuto per la prima volta nel 2017, e poi successivamente nel 2018, in occasione delle festività pasquali. Savi, spiega la legale, "sta proseguendo con i permessi premio con la gradualità decisa dal Tribunale di sorveglianza e il suo comportamento viene costantemente valutato. In carcere prosegue a lavorare con una cooperativa, come attività interna", per la quale non ha permessi di lavoro esterni.

FAMILIARI VITTIME: "CHE GIUSTIZIA E'?" - "I nostri cari sono al cimitero. E’ lì che dobbiamo andare, se vogliamo fare loro visita". Così, parlando all’AdnKronos, Rosanna Zecchi, presidentessa dell'associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca, racconta "la rabbia e il subbuglio" provati alla notizia.

"Anche noi avremmo voluto passare le vacanze natalizie con i nostri cari - racconta Zecchi - ma non possiamo farlo. Che giustizia è? Capisco che sono passati anni, ma bisogna prendere coscienza di cosa hanno fatto". La banda della Uno Bianca, tra il 1987 e il finire del 1994, fece 24 morti e più di 100 feriti. Proprio domani Bologna commemora il 29esimo anniversario dell'eccidio del Pilastro, con una messa nella chiesa di Santa Caterina da Bologna e poi la cerimonia di deposizione delle corone al monumento in memoria delle vittime. "Ho sentito altri famigliari delle vittime, sono tutti in subbuglio – spiega - Io sono molto arrabbiata. Mio nipote si è laureato, e l’ho visto piangere quando ha portato cappellino e bomboniera sulla tomba del nonno. Sarà un anniversario particolarmente amaro, quello di quest’anno".

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