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L'esperimento

Coronavirus, Burioni: "Da cartone a plastica ecco quanto resiste sugli oggetti"

16 marzo 2020 | 19.52
LETTURA: 3 minuti

Testato su 4uattro materiali. La superficie più inospitale è il rame mentre sulla plastica il virus vive più a lungo

(Afp)
(Afp)

Quanto resiste il coronavirus sugli oggetti? Ma soprattutto, per quanto tempo resta in grado di infettare? Le risposte arrivano da un nuovo studio americano, che si è concentrato proprio sul coronavirus responsabile di Covid-19, spiegato dai virologi Roberto Burioni e Nicasio Mancini sul sito 'MedicalFacts'. Si scopre che i materiali più inospitali sono risultati il rame e il cartone, mentre per un completo azzeramento dell’infettività sulla plastica ci vogliono ben 72 ore.

"In ogni caso, e a maggior ragione - sottolineano i due esperti - noi continuiamo con il solito mantra: isolamento sociale (nostro), massima igiene delle mani e delle superfici (ricordiamo che il virus è completamente inattivato da acqua e sapone e da altri detergenti) e evitiamo di toccarci (e farci toccare) il viso. Avremo modo di rifarci quando tutto questo sarà finito".

"La recentissima comunicazione presentata da colleghi statunitensi - spiegano, precisando che si tratta di dati ancora preliminari e da confermarsi con altri esperimenti - ha valutato non solo la capacità del virus di permanere nel tempo su varie tipologie di superfici ma, cosa ancora più importante, ne ha valutato la conseguente capacità di infettare. Questo è molto importante, in quanto confermerebbe come un modo importante di trasmissione del virus sia quello 'indiretto' attraverso le nostre mani. Tocchiamo superfici contaminate e, inavvertitamente, ci infettiamo portando le mani alla bocca, nel naso o negli occhi".

I ricercatori hanno messo una quantità nota di virus (possibile grazie al suo isolamento in laboratorio) su diverse tipologie di superfici. In particolare ne hanno analizzato quattro: rame, cartone, acciaio inossidabile e plastica. Sono andati, poi, a verificare come la capacità infettante del virus cambiasse col passare delle ore. Tutto condotto a temperatura ambiente (21-23°C con umidità relativa del 40%), condizioni che potremmo tranquillamente paragonare a quella delle nostre case. Quali sono stati i risultati ottenuti?

I materiali più 'inospitali' per il virus sono risultati il rame e il cartone, con un dimezzamento della capacità infettiva in meno di due ore per il primo materiale ed entro 5 ore abbondanti nel caso del secondo. Un abbattimento completo dell’infettività è stato osservato rispettivamente dopo le 4 ore per il rame e le 24 ore per il cartone.

Più lunga la persistenza sulle altre due superfici. Sull’acciaio inossidabile la carica infettante risultava dimezzata solo dopo circa 6 ore, mentre ne erano necessarie circa 7 per dimezzarla sulla plastica. Questo dato si associava a un tempo decisamente più lungo, rispetto ai primi due materiali, per osservare un completo azzeramento dell’infettività: almeno 48 ore per l’acciaio e 72 per la plastica. Il rischio, quindi, diminuisce notevolmente al passare delle ore, ma non si annulla se non dopo qualche giorno.

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