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Omicidio Fumarola, il padre: "Tradito da qualcuno di cui si fidava"

10 luglio 2020 | 22.54
LETTURA: 4 minuti

Il 25enne, scomparso l'11 luglio 2019 da Bisignano in provincia di Cosenza, è stato ritrovato il 15 agosto senza vita. Il papà all'Adnkronos: "Voglio verità e giustizia per mio figlio"

Omicidio Fumarola, il padre:

"Sembra tutto fermo, però non è così". Ad affermarlo in un'intervista rilasciata all'Adnkronos è Alessandro Fumarola, padre di Luigi Fumarola, 25enne scomparso l'11 luglio 2019 da Bisignano, in provincia di Cosenza, e ritrovato privo di vita il 15 agosto. Per la sua morte, a distanza di un anno, non è stato ancora trovato un responsabile. "La Procura di Cosenza sta lavorando, - afferma Alessandro Fumarola - non sappiamo nulla, ma hanno tanti elementi a disposizione, sono anche andati ad indagare all'estero. A giorni dovrebbe essere consegnata la relazione legale sulla dinamica dell'omicidio. Sanno già tutto, devono solo accertare bene i fatti prima di agire. Gli assassini di mio figlio non la faranno franca, proveranno quello che io vivo ogni giorno. Devono pagare tutto".

“Un’idea precisa di quello che sia successo non ce l’ho perché non riesco neanche ad immaginare che possa aver fatto qualcosa di così grave da arrivare ad essere ucciso. Non ce ne sarebbe stato motivo, è assurdo. Era un giovane papà di 25 anni, campione di arti marziali, pieno di vita, senza alcun vizio di droga, quale ‘sgarro’ poteva fare? Di certo è stato venduto, tradito da qualcuno di cui si fidava che lo ha portato a morire. Era una persona socievole, - spiega il papà - tutti lo cercavano e gli volevano bene in paese, dai bambini agli adulti. Mio figlio per me è vivo ed insieme a lui combatterò per avere verità e giustizia”.

“Quella sera – racconta Alessandro Fumarola - è uscito dopo cena, gli amici sono venuti a prenderlo in macchina, sono stati ad un bar dove lui è rimasto per poi andare via con altre persone. In questo lungo anno abbiamo fatto tante ipotesi, però nulla riesce a giustificare un gesto talmente efferato. Forse ha assistito a qualcosa che non doveva vedere, non so cosa pensare, non riusciamo a farcene una ragione. Il suo cadavere è stato trovato a Ferragosto dopo oltre un mese da un mio amico in un bosco tra i rovi, la medium che mia figlia aveva contattato aveva detto che si trovava in zona Mucone, faccia in giù vicino ad acqua e fichi d’india. In effetti era lì”.

Il padre di Luigi Fumarola, ad un anno dalla sua scomparsa ricorda l’omicidio del figlio affermando di confidare nel lavoro della magistratura. “Sul suo corpo – dichiara all’Adnkronos - sono state trovate ferite da arma da fuoco. È stato sparato con un fucile a canne mozze. Quando è sparito era tornato da poche settimane dalla Germania dove da quattro mesi lavorava in un ristorante. Voleva studiare per prendere la patente e ripartire. Sembrava un po’ preoccupato, gli amici dicevano che non lo vedevano solare come al solito, usciva di meno. Con me parlava di tutto, di donne, lavoro, progetti, sogni, andavamo sempre in palestra insieme, si confidava però non mi ha raccontato niente di allarmante”.

“L’ultima volta che l’ho visto era il 7 luglio – ricorda Alessandro Fumarola - ci siamo incontrati in un centro commerciale di Bisignano abbiamo riso e scherzato, poi ho avuto qualche giorno in cui ho lavorato di continuo (mattina, pomeriggio e sera) e non ci siamo mai più visti. Quando è sparito ci siamo allarmati perché aveva lasciato i cani nel cancello della casa di campagna in cui viveva. Non era normale, ogni volta che si spostava mi raccomandava di andare a dargli da mangiare invece non mi aveva detto nulla. Le chiavi dell’appartamento, ancora oggi sotto sequestro, e il suo cellulare non sono mai stati ritrovati”.

“Si pensa che sia stato ucciso in un posto e poi abbandonato nel bosco. Dalle indagini – afferma il papà di Luigi Fumarola - è emerso che il suo telefonino si è spento in contrada Imperatore di Bisignano, zona industriale in cui abitavamo in quel periodo, a circa 5 chilometri di distanza da dove è stato ritrovato. La stessa notte mia moglie mi ha svegliato per dire che aveva appena sentito sparare due colpi di fucile, ma l’ho rassicurata dicendole di stare tranquilla e dormire. Non potevo immaginare cosa stesse succedendo. Voglio conoscere al più presto i motivi alla base dell’uccisione di mio figlio anche se nessuno me lo restituirà. Sto aspettando. A volte penso che sia un sogno e spero di svegliarmi”.

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