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Racket bancarelle, ambulanti costretti a cedere sussidi Covid

23 settembre 2020 | 15.46
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Foto Fotogramma
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Estorsioni ai danni di ambulanti extracomunitari, costretti a prendere e consegnare i sussidi per l’emergenza Coronavirus: è quanto emerge dall’ordinanza con cui sono stati disposti 18 arresti nell’ambito dell’operazione contro un presunto giro di corruzione nel commercio ambulante a Roma. In particolare Dino Tredicine e un commercialista “avrebbero perpetrato ai danni di Hawlader e del fratello Mahim una condotta estorsiva – si legge nel provvedimento firmato dal gip Francesco Patrone - Più in particolare Hawlader nel riferire di continuare a vivere nel terrore per l’incolumità propria e dei propri familiari, in ragione del fatto che continua a ricevere minacce e pressioni per il pagamento di somme di denaro non dovute, ha narrato gli ulteriori sviluppi nascenti dai benefici derivanti dalla nuova legge emergenziale seguita all’epidemia di Covid 19”.

L’ambulante straniero, “ha infatti riferito che il commercialista impostogli da Dino Tredicine, dopo essersi recato sotto la sua abitazione, ha preteso la consegna delle credenziali Inps (codice Pin) del fratello e lo ha costretto a firmare documentazione finalizzata a ottenere sussidi erogati dallo Stato. Hawlader – si legge ancora – ha aggiunto che il fratello ha ricevuto dall’Inps il sussidio di 600 euro mensile per i mesi di aprile e maggio, la metà dei quali sono stati prelevati al bancomat e consegnati” al commercialista. L’uomo “ha inoltre riferito che presso l’ufficio” del commercialista “aveva incontrato altri connazionali che erano stati costretti a consegnare al commercialista la somma di 600 euro loro erogata dall’Inps”

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