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India: Modi negli Usa, tribunale lo convoca per massacri nel Gujarat

26 settembre 2014 | 14.30
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Nuvole giudiziarie si addensano sulla visita del premier indiano Narendra Modi negli Stati Uniti, al suo primo viaggio in 10 anni nel paese che dal 2005 lo aveva messo al bando per il suo presunto ruolo nei massacri del 2002 nello stato del Gujarat. Un tribunale federale di New York - dove Modi è arrivato oggi per partecipare all'Assemblea Generale dell'Onu prima di trasferirsi a Washington per l'incontro con Barack Obama alla Casa Bianca - ha infatti convocato il leader del partito nazionalista Bjp per rispondere all'accusa di essere stato in grado di controllare, se non addirittura aver coordinato, le rivolte anti-islamiche nello stato di cui allora era premier.

Sulla base di queste accuse - rivolte da anni da organizzazioni per i diritti umani indiane ed internazionali contro Modi che è stato però sempre assolto dalla magistratura indiana per insufficienza di prove - per quasi un decennio Washington ha negato al leader nazionalista il visto di ingresso nel paese. Ma già nei mesi precedenti della sua vittoria annunciata lo scorso maggio, gli Stati Uniti hanno avviato una politica di riavvicinamento con il premier della democrazia più popolosa, e partner economico sempre più importante, che la visita di questi giorni è destinata a sancire definitivamente.

L'iniziativa del tribunale federale newyorkese, che ha accolto la denuncia presentata dall'associazione American Justice Center a nome di due sopravvissuti di quelle che vengono definite "le orribili e organizzate violenze del Guajarat nel 2002", rischiano di creare imbarazzi ad entrambi i paesi. Il tribunale ha dato a Modi 21 giorni di tempo per rispondere.

Non è la prima volta che la magistratura americana, sempre lo stesso tribunale di New York, crea imbarazzi tra Washington e Nuova Delhi: la scorsa primavera ha creato una vera e propria guerra diplomatica tra le due capitali l'arresto della vice console indiana a New York, accusata di aver sfruttato la sua domestica indiana, violando anche le leggi e le regole dell'immigrazione Usa.

"Non abbiamo sentito niente di queste convocazioni, le prenderemo in esame quando arriveranno", ha dichiarato il ministro della Giustizia indiano Ravi Shankar. "Il caso contro il premier Modi è un messaggio inequivocabile lanciato a chi viola i diritti umani in tutto il mondo", è stata la dichiarazione del presidente dell'American Justice Center.

A New York Modi, oltre agli impegni ed incontri al Palazzo di Vetro, farà un'apparizione pubblica pronunciando un discorso domenica prossima al Madison Square Garden, dove sono attese 18mila persone, in gran parte membri della comunità indiana d'America che conta 3,2 milioni di persone. Nel corso della visita, secondo quanto scritto nei giorni scorsi dalla stampa di Nuova Delhi, Modi, leader del Partito nazionalista hindu Bjp, osserverà un digiuno di 9 giorni in occasione della festività "Navratri", che inizia oggi. Secondo i precetti, potrà solo bere acqua e dovrà praticare lo yoga e la meditazione. Tuttavia, potrebbe fare un piccolo strappo, in occasione del ricevimento che il presidente Obama organizzerà per lui. "Considerata l'importanza dell'incontro, potrà assaggiare un'insalata o della frutta", ha fatto sapere un consigliere del premier

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