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Grecia: Schaeuble, non si può escludere uscita accidentale da Euro

13 marzo 2015 | 15.02
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Per il ministro delle Finanze tedesco, la mancanza di progressi sul dossier accresce il rischio di un'uscita non pianificata di Atene dalla moneta unica: un 'Grexident'. Il commissario europeo agli Affari economici Moscovici: "Sarebbe una catastrofe, l'inizio della fine dell'eurozona". Tsipras: "Stiamo rispettando gli impegni, i partner facciano la loro parte"

 Wolfgang Schaeuble e  Yanis Varoufakis  - INFOPHOTO
Wolfgang Schaeuble e Yanis Varoufakis - INFOPHOTO

La mancanza di progressi sul dossier Grecia accresce il rischio di un'uscita 'accidentale', non pianificata di Atene dall'Euro, un 'Grexident' Ad affermarlo è stato il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, nel corso di un'intervista con l'emittente austriaca Orf. Alla domanda se considerasse possibile l'uscita fortuita della Grecia dall'Eurozona, Schaeuble ha risposto: "Dal momento che la responsabilità e la possibilità di decidere che cosa accade ricade sulla Grecia, e dal momento che non sappiamo esattamente cosa stiano facendo in Grecia le persone che hanno la responsabilità, non possiamo escluderlo". Nel corso dell'intervista, il ministro tedesco ha quindi sottolineato "l'Europa resta pronta ad aiutare la Grecia, ma la Grecia deve lasciarsi aiutare".

Ma un'uscita sarebbe "una catastrofe" e segnerebbe "l'inizio della fine" per l'eurozona. L'avvertimento è stato lanciato dal commissario europeo agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, in un'intervista al settimanale tedesco 'Der Spiegel' di cui sono state date anticipazioni. "Noi siamo tutti d'accordo in Europa sul fatto che una 'Grexit' sarebbe una catastrofe - ha detto - per l'economia greca ma anche per l'insieme della zona euro".

Secondo Moscovici, l'area della moneta unica "è più di una zona di scambi, è un'unione monetaria" e "se un Paese lasciasse questa unione, tutti i mercati di chiederebbero immediatamente quale sarebbe il prossimo e questo potrebbe essere l'inizio della fine".

Intanto un monito della Germania alla Grecia è arrivato anche dal portavoce del ministero delle Finanze tedesco: Atene non si aspetti "un assegno in bianco" da parte dei creditori e rispetti gli impegni presi. "Non può esserci alcun arretramento nelle riforme", aggiunge la stessa fonte, sottolineando l'importanza delle trattative tra l'ex troika, ora ribattezzata Brussels Group, e il governo Tsipras. Nell'escludere colloqui bilaterali tra Atene e Berlino, il portavoce ha inoltre osservato che "il problema greco è un problema europeo", aggiungendo che gli aiuti alla Grecia saranno subordinati alla revisione del bilancio da parte di Ue, Bce ed Fmi.

Le tensioni tra Grecia e Germania emerse nel quadro dei negoziati con Atene si riflettono chiaramente nella percezione che i cittadini tedeschi hanno del rapporto tra i due esecutivi: il 54% lo considera meno buono, il 30% cattivo. Appena l'11% del campione di mille persone interpellate per un sondaggio 'Deutschlandtrend im ARD-Morgenmagazin' considera buoni i rapporti tra i governi guidati da Merkel e Tsipras.

Secondo un'altra inchiesta, realizzata dall'emittente Zdf, il 52% dei 1.200 tedeschi interpellati considera poco serio il governo di Atene e vorrebbe che la Grecia lasciasse la zona Euro. A febbraio la percentuale di interpellati per un sondaggio analogo che si esprimeva nello stesso modo era del 41%.

Il 40% crede che la Grecia debba restare nell'Euro contro il 52% del mese scorso. Ancora più critici si sono mostrati i tedeschi nei confronti del nuovo governo di Alexis Tsipras: solo l'11% considera serio il suo atteggiamento nei confronti degli altri soci europei, l'80% è di parere diverso.

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