Dall'inviato dell'Adnkronos Fabiano De Micheli
"Europa è un nome greco, cercate nei libri. È l'Europa che appartiene alla Grecia e non la Grecia che appartiene all'Europa". È una delle tante voci del 'no' che, a poche ore dall'apertura dei seggi, sono rimaste a piazza Syntagma dopo la manifestazione di ieri, in attesa del referendum indetto dal governo di Alexis Tsipras sulla proposta dei creditori.
Tra di loro una donna sventola la bandiera di Syriza assieme a quella della Grecia, parlando con turisti e curiosi: "Non è un referendum tra euro e dracma, questa è una grande bugia - dice, scusandosi per il suo inglese - il nostro è un grande 'no' a Schaueble (il ministro delle Finanze tedesco, ndr) e a Merkel".
A terra, sulla scalinata che si affaccia sul palazzo del Parlamento, qualche cartello stacciato che invita a votare 'sì'. L'atmosfera è calma, rilassata. In lontananza si sente suonare un sirtaki mentre giovani greci vanno sugli skateboard e gli inviati delle TV straniere preparano le postazioni per i prossimi servizi.
Tra le televisioni in piazza nel pomeriggio, l'emittente della Georgia, 'Rustavi2', e la tv serba 'B92'. "Siamo qui per raccontare la storia", dice in inglese l'operatore di questa emittente, mentre il giornalista prova il suo stand up. "We cover the story", ripete. "Siamo qui per il voto di domani".