Sono passati 500 giorni da quando gli uomini di Boko Haram hanno rapito più di 200 studentesse a Chibok, nel nord della Nigeria. Le loro famiglie sperano ancora disperatamente che vengano liberate, anche se, dopo oltre un anno, di loro non ci sono tracce. "Le ragazze di Chibok", questo è il nome con cui sono conosciute in tutto il mondo, sono state portate via dal dormitorio della loro scuola, nella città nello stato di Borno, la notte tra il 14 e il 15 aprile e domani saranno passati esattamente 500 giorni dal rapimento.
Nel frattempo, oltre alle ricerche dei militari nel Paese, in tutto il mondo sono state lanciate campagne per la loro liberazione. Manasse Allen ha raccontato che due sue nipoti fanno parte delle adolescenti sequestrate dal gruppo terroristico.
"E' davvero un'esperienza molto dolorosa. E' un trauma", ha detto davanti alla Fontana dell'Unità, nella capitale nigeriana Abuja, dove ogni settimana si incontrano i membri della campagna BringBackOurGirls (Bbog, 'Ridateci le nostre ragazze'), avviata a livello internazionale dopo il sequestro delle giovani.
#GWA Day 6
Abduction Day 499
#ChibokGirls
#CryingToBeRescued
#NeverToBeForgotten
#BringBackOurGirls pic.twitter.com/KQDmqxdbAo
— #BringBackOurGirls (@BBOG_Nigeria) 25 Agosto 2015
"Non abbiamo mai considerato che le nostre ragazze non sarebbero ancora state salvate 500 giorni dopo il loro rapimento. Siamo molto rattristati". Ha affermato da parte sua Sesugh Akuma, portavoce di Bbog.
In occasione dei 500 giorni dal sequestro delle studentesse, gli attivisti hanno organizzato numerose iniziative, tra cui una marcia nella capitale e un momento di preghiera alla fontana di Abuja.
Anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha più volte espresso il suo sostegno per la liberazione delle giovani, definendo "intollerabile" il loro rapimento.