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Bangladesh: paese moderato minacciato dall'estremismo islamico/Adnkronos

29 settembre 2015 | 12.28
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Bangladesh: paese moderato minacciato dall'estremismo islamico/Adnkronos

Paese musulmano in larga parte tollerante e moderato, il Bangladesh è però minacciato da un crescente estremismo islamico. Ma la comunità internazionale ha spesso ignorato i segnali di allarme che vengono da questo paese, dove quattro blogger laici sono stati uccisi quest'anno a colpi d'ascia e dal quale la scrittrice Taslima Nasreen è dovuta fuggire nel 1994 in seguito a minacce di morte degli islamisti.

La minaccia dell'estremismo islamico in Bangladesh ha radici nella recente storia del paese - in particolare negli orrori della guerra per l'ìindipendenza dal Pakistan nel 1971- ma viene alimentata anche dal movimento jihadista globale. Nel settembre 2014, il leader di al Qaeda, Ayaman al Zahawiri, ha citato il Bangladesh fra i paesi compresi nel raggio d'azione di al Qaeda nel Subcontinente indiano, mentre vi sono stati casi di bengalesi emigrati in Occidente che sono stati arrestati per aver cercato di reclutare compatrioti su Internet per andare a combattere a fianco dello Stato Islamico in Siria e in Iraq.

In Bangladesh il conflitto fra laici ed estremisti islamici poggia le sue radici nella guerra nella brutale repressione esercitata dalle truppe di Islamabad durante la guerra di secessione dal Pakistan. Allora furono uccisi fra uno e tre milioni di civili, diversi intellettuali furono assassinati e fra 200mila e 500mila donne vennero stuprate. Una minoranza di bengalesi collaborò con la repressione e parte di loro entrarono poi nel partito islamista Jamaat-e- Islami- Bangladesh (Jei).

Con la salita al governo della Lega Awami, della primo ministro Sheikh Hasina nel 2009, fu istituito un apposito tribunale per giudicare i crimini della guerra del 1971, che ha incriminato diversi leader del Jei, alcuni dei quali sono stati condannati a morte. I processi e le esecuzioni hanno provocato forti tensioni nel paese con manifestazioni di segno opposto. Nel febbraio 2013, centinaia di migliaia di ragazzi sono scesi in strada a Dacca per chiedere giustizia per i crimini del 1971, in quello che è diventato presto noto come il movimento Shahbag, dal nome della piazza dove erano riuniti.

Il Jei ha cercato di distogliere l'attenzione dai crimini di guerra con una campagna di propaganda, anche su Internet, che accusa di ateismo il movimento Shahbag. Poco dopo la prima manifestazione del 2013, Ahmed Rajib Haider, uno dei coordinatori del movimento, fu ucciso a colpo di ascia.

I sospetti andarono subito verso l'Andsarullah Bengali Team (Abt), ala studentesca del Jei. Vicino ad al Qaeda, l'Abt gode di molte protezioni nelle università del Bangladesh, dove diversi esponenti del Jei sono piazzati in ruoli chiave dai tempi in cui il partito era al governo con il Bangladesh Nationalist Party (Bnp) (2001-2006), ricorda l'analista Sajjan Goehl in un rapporto scritto per il consorzio di ricerca sul terrorismo "Terrorism Research Initiative".

Quest'anno sono stati quattro i blogger laici assassinati a colpi d'ascia, in strada o in casa: Avijit Roy (febbraio), Washiqur Rahman (marzo), Ananta Bijoy (maggio) e Niloy Neel (agosto).

Secondo Goehl, il Jei ha anche relazioni ambigue con altre formazioni dell'estremismo islamico, fra cui il gruppo terrorista Jamatuul Mujahidin Bangladesh (Jmb) che punta alla creazione di uno stato islamico. Il 17 agosto 2005, il Jmb piazzò 460 bombe in 300 siti di tutto il Bangladesh. I sette arrestati per quell'attacco coordinato erano stati tutti membri del Jei o del suo movimento studentesco.

Il Jmb è molto attivo su Internet. Nel 2011, in Gran Bretagna è stato condannato a 30 anni di carcere un esponente del movimento, Rajib Karim, che lavorava come esperto informatico per la British Airways. L'uomo raccoglieva denaro e faceva propaganda per il Jmb, ma aveva anche legami con al Qaeda nella penisola arabica.

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