Presunti militari golpisti denudati e ammassati in palestre o stalle, vittime di torture e pestaggi. Sono le immagini choc circolate sul web. Amnesty Italia lancia un appello ai governi che hanno accolto con favore il fallimento del golpe in Turchia perché chiedano al presidente Recep Tayyip Erdogan di mettere fine alla rappresaglia in atto.
''Stiamo verificando che queste foto siano reali, siano delle prove, ma in ogni caso le numerose testimonianze di arresti e di uccisioni sommarie ci mostrano una situazione che sembra riportarci ai giorni successivi di golpe riusciti negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta. Ma la situazione è paradossale, perché questa volta il golpe è fallito'', afferma il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Nuri, ad Aki Adnkronos International.
Quello che ora farà Amnesty, ci anticipa, è ''lanciare appelli al governo turco perché ripristini lo stato di diritto e a quei governi che hanno salutato il fallimento del golpe perché chiedano a Erdogan di fermare la rappresaglia''.
Il rischio, secondo Nuri, è che venga a mancare anche ''quel poco di stato di diritto che era rimasto in un Paese dove giornalisti, attivisti e curdi nelle zone sudorientali vengono presi di mira''. Quello che Amnesty teme, quindi, è che ''si approfitti del fallito golpe per girare ulteriormente la vite nello spazio del dissenso pacifico''.
Per quanto riguarda le notizie circolate in merito a un possibile ripristino della pena capitale in Turchia, Nuri ha parlato di ''passo indietro intollerabile, al quale senza indugio il mondo che si è liberato dalla pena di morte si deve ribellare''. Se davvero le autorità di Ankara decidessero di reintrodurre la pena di morte in Turchia, questo ''scaverebbe un solco tra la Turchia e l'Europa e renderebbe incomprensibile l'accordo che l'Unione Europea ha firmato con Erdogan per il controllo delle frontiere e dei migranti'', ha concluso Nuri.
