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Russia: dieci anni fa moriva a Londra Aleksandr Litvinenko

20 novembre 2016 | 12.29
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L'immagine icona del caso scattata da un fotografo due giorni prima della morte di Litvinenko, lo stesso giorno in cui l'ex agente dell'Fsb puntò il dito contro Putin per il suo avvelenamento
L'immagine icona del caso scattata da un fotografo due giorni prima della morte di Litvinenko, lo stesso giorno in cui l'ex agente dell'Fsb puntò il dito contro Putin per il suo avvelenamento

Dieci anni fa, il 23 novembre del 2006, moriva a Londra, dopo un'agonia di oltre tre settimane, Aleksandr Litvinenko ex agente del Kgb e dell'Fsb, con incarichi all'Unità per la sicurezza economica e criminalità organizzata, all'anti terrorismo con la prima guerra in Cecenia e per un'unità segreta di prevenzione della criminalità con compiti al confine della legalità incluso l'annientamento di politici e imprenditori, missioni che avrebbe denunciato pubblicamente. Entrato per questo in rotta di collisione con l'allora nuovo direttore dell'Fsb Vladimir Putin, arrestato e coinvolto in inchieste penali, Litvinenko nel 2000 fugge in Gran Bretagna, dove in seguito riceve asilo politico e inizia a collaborare con l'MI6.

Lo scorso gennaio, la 'public inquiry' (che a differenza di una normale inchiesta consente la visione di materiale classificato in sessioni a porte chiuse) presieduta dal giudice Sir Robert Owen per fare luce sui mandanti dell'assassinio, per cui erano già stati incriminati i due presunti esecutori materiali Andrei Lugovoi e Dmitry Kovtun, ha stabilito la "forte probabilità" che i due operassero sotto la direzione dell'Fsb e che "l'operazione fosse stata probabilmente approvata da Nikolai Patrushev (allora direttore dell'Fsb) e anche dal presidente Putin".

Alcune delle sezioni del rapporto di oltre 300 pagine, che può essere letto come una spy story non fosse una ricostruzione degli aspetti più oscuri del potere putiniano, sono state classificate. Il governo britannico era stato costretto ad avviare l'inchiesta pubblica, dopo un iniziale rifiuto contestato all'Alta corte dalla vedova di Litvinenko, Marina.

Solo poche ore prima della morte di "Sacha", i medici che hanno cercato di curarlo riescono a individuare cosa lo stava avvelenando, il polonio 210, una sostanza rara le cui tracce sono state, negli anni successivi, ritrovate dagli inquirenti a Londra e all'estero. L'interno di una teiera, il tavolo del Pine Bar del Millennium Hotel, in cui Litvinenko aveva incontrato Lugovoi e Kovtun il primo novembre, diversi locali della città. Tracce che hanno consentito agli inquirenti britannici di ricostruire i due diversi tentativi di uccidere Litvinenko, il primo, fallito per la dose non sufficiente di polonio usata, il 16 ottobre, il secondo due settimane dopo, il primo novembre. La scelta della sostanza "voleva costituire un esempio". L'autopsia condotta su Litvinenko è considerata uno degli esami più pericolosi della storia della medicina legale.

Nel 1998 Litvinenko, amico della giornalista Anna Politkovskaya, uccisa a Mosca nel 2006, aveva denunciato in una conferenza stampa a Mosca, di aver ricevuto, l'anno precedente, l'incarico dai superiori, di uccidere Boris Berezovsky, poi morto in circostanze non del tutto chiarite nel bagno della sua residenza fuori Londra nel 2013. Se l'ex oligarca Berezovsky, "una delle figure chiave dell'inchiesta", amico di Litvinenko dal 1994, a cui aveva finanziato l'espatrio e il mantenimento a Londra per diversi anni, "fosse stato vivo al momento dei lavori, sarebbe stato un testimone importante".

A Londra, Litvinenko, che meno di un mese prima di essere avvelenato era stato naturalizzato cittadino britannico, aveva denunciato anche il coinvolgimento dell'Fsb nelle esplosioni dei condomini in tutta la Russia nel 1999 che portarono alla seconda guerra in Cecenia. E, ancora, all'inizio degli anni Novanta a Mosca, aveva indagato sui legami fra Putin e il clan malavitoso di Pietroburgo Tambov. I due russi incriminati in Gran Bretagna sono quindi Lugovoi, ex agente del Kgb e poi del Servizio di protezione federale ora deputato, quindi protetto dall'immunità, amico di Litvinenko negli anni novanta, Kovtun, ex Kgb, anche lui in Russia, a piede libero: la Russia che ha rifiutato la richiesta di estradizione di entrambi.

In una conversazione del 2002 con il dissidente dei tempi sovietici che trovò rifugio a Londra Bukovsky, Litvinenko, che gli apparati russi consideravano un "traditore", aveva raccontato di aver ricevuto una telefonata da un vecchio contatto dell'Fsb che gli aveva detto: "ti senti sicuro in Gran Bretagna? ma come, non ti ricordi di Trozky?".

L'ultimo mistero: la dichiarazione di Putin alla notizia della sua morte era stata: "chi lo ha fatto non è il Signore Onnipotente e Litvinenko non è sfortunatamente Lazzaro". La vedova ha in seguito ritrovato un diario del marito, con la frase: "Quando Lazzaro si alza dal letto di morte, nessuno gli ha fatto domande. E' necessario rispettare il silenzio dei morti". Nessuno è ancora riuscito a capire cosa entrambi volessero dire.

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