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Ue pronta a chiudere Sophia se Italia non la vuole

23 gennaio 2019 | 11.33
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(FOTOGRAMMA)
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La Ue sarebbe pronta a chiudere l'operazione Sophia. Lo riferiscono fonti vicine all'Alto Rappresentante per la politica estera dell'Unione europea Federica Mogherini. Il dibattito è scaturito in seguito alla decisione della Germania di sospendere la sua partecipazione alla missione. "L'Operazione Sophia - fanno sapere - è stata ed è ancora un'eccellenza della politica di difesa europea. Ha contrastato il traffico di esseri umani nel Mediterraneo fino quasi a fermarlo del tutto, addestrato la Guardia Costiera libica e salvato vite. Sophia ha portato tutta l'Ue nel Mediterraneo, dove l'Italia era sola prima del 2015. Se oggi l'Italia, che ha il comando e il quartier generale dell'operazione, non vuole più Sophia, siamo pronti a chiuderla".

GERMANIA: "MESSI DA PARTE DA ITALIA" - "Per tre quarti dell'anno il comando italiano ha mandato la nostra marina negli angoli più remoti del Mediterraneo, dove non ci sono rotte di trafficanti e nessuna rotta di migranti, per cui per mesi la Marina non ha avuto alcun compito sensibile". Così il ministro della Difesa tedesco, Ursula Von der Leyen ha spiegato da Davos la decisione di sospendere la partecipazione tedesca alla missione. In conseguenza di ciò, ha poi continuato Von der Leyen, la Germania ha deciso di inviare la fregata della Marina tedesca che partecipa alla missione europea, nel Mare del Nord per delle esercitazioni. L'imbarcazione tuttavia, ha concluso, potrebbe rientrare nel Mediterraneo in qualunque momento entro 10 giorni. Per Von Der Leyen l'impasse dovrà ora essere risolta a livello politico a Bruxelles dai ministri dell'Interno europei: "Abbiamo atteso a lungo una soluzione. E' ora di trovarla a livello politico". La Germania intende comunque continuare a partecipare all'operazione "Sophia", ma a condizione che ci sia "una soluzione politica per l'estensione del mandato" della missione e che "regole chiare per gli sbarchi" siano inserite nei piani operativi. E' quanto precisa il portavoce del ministero della Difesa tedesco in una dichiarazione all'Adnkronos, nella quale si ribadisce che non ci sarà alcun dispiegamento di navi "senza un'estensione del mandato Ue", che scade il prossimo 31 marzo.

"Sin dall'inizio" dell'operazione, nel 2015, "la Germania ha partecipato all'operazione Sophia con navi e personale", ricorda il portavoce del ministero della Difesa di Berlino, ricordando che "l'obiettivo principale della missione è di combattere il traffico criminale di migranti nel Mediterraneo centrale e di addestrare la Guardia costiera libica". "Noi continuiamo a sostenere questo obiettivo - continua il portavoce - ed è questo il motivo per cui parteciperemo (alla missione) con la fregata Augsburg fino all'inizio di febbraio". A Berlino si ricorda tuttavia che negli ultimi mesi "la leadership della missione ha attuato altri compiti previsti dal mandato, come l'embargo sulle armi alla Libia e riferire sul contrabbando di petrolio. Inoltre, la Ue ha potuto solo concordare un'estensione temporanea del mandato fino al 31 marzo del 2019".

"Per continuare l'operazione con le navi, però - si precisa - è necessario estendere il mandato e che regole chiare sugli sbarchi siano inserite nei piani operativi. Il governo federale ha comunque deciso di continuare con la partecipazione all'operazione Sophia con lo staff nel quartier generale per la pianificazione e la condotta delle operazioni, ma di interrompere la presenza con le navi". In termini pratici, questo significa che la fregata Augsburg parteciperà, come previsto, a Sophia fino al 6 febbraio prossimo e poi si dirigerà verso il porto di provenienza. La Berlin, invece, che avrebbe dovuto prendere il suo posto, non sarà trasferita a Eunavfor Med, "restando ad un alto livello di operatività in modo che possa essere nell'area delle operazione emtro 14 giorni se una soluzione politica del mandato Ue sarà raggiunto ed i piani operativi attuati di conseguenza".

"La decisione sulla partecipazione di un'altra nave tedesca nel 2019 sarà comunque presa alla luce dell'esito dei negoziati Ue - conclude il portavoce - Ma è chiaro che non ci sarà alcun ridispiegamento di una nave tedesca senza un'estensione del mandato Ue".

LA REPLICA A BERLINO - "Non risulta che la Germania" sia stata tenuta lontano dalle rotte dei migranti nell'ambito dell'operazione, le navi tedesche "hanno partecipato a pieno titolo a tutte le missioni". E' quanto dicono all'Adnkronos fonti a Roma e Bruxelles, in risposta alla ministra della Difesa tedesca. "I tedeschi hanno più volte partecipato alle missioni di search and rescue", insistono le fonti, ricordando comunque che Berlino ha chiarito che "non abbandona l'operazione Sophia, un'operazione che ha contribuito drasticamente a ridurre il numero degli sbarchi".

LA POSIZIONE DEL GOVERNO - Sul caso sollevato dalla Difesa tedesca, interviene il ministro degli Esteri italiano, Enzo Moavero Milanesi: "L'Italia - spiega - non ha mai chiesto la chiusura di Sophia. Ha chiesto che siano cambiate, in rigorosa e doverosa coerenza con le conclusioni del Consiglio Europeo di giugno 2018, le regole relative agli sbarchi delle persone salvate in mare". Gli accordi dell'aprile 2015, si legge in una nota della Farnesina, prevedono che siano sbarcate sempre in Italia, mentre il Consiglio Europeo del giugno scorso ha esortato gli Stati Ue alla piena condivisione di tutti gli oneri relativi ai migranti.

Il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini ha invece sottolineato su Twitter: "O cambiano le regole o finisce la missione". L'operazione "ha come ragione di vita - ha continuato - che tutti gli immigrati soccorsi vengano fatti sbarcare solo in Italia. Accordo geniale sottoscritto dal governo Renzi, non so in cambio di cosa". Parlando poi in conferenza stampa di Sophia, Salvini ha però precisato: "Noi continuiamo, abbiamo appena approvato la proroga e anche se i numeri dicono che non conviene all'Italia, noi andiamo avanti". Riguardo alla posizione di Mogherini, il ministro dell'Interno ha detto: "La sinistra è riuscita a farsi rappresentare da qualcuno che un quarto d'ora dopo si è dimenticato di essere italiano". Per il vicepremier Luigi Di Maio "la missione 'Sophia' - spiega a 'L'aria che tira' su La7 - deve continuare se altri Paesi del Mediterraneo aprono i porti".

"Il numero preciso degli immigrati portati in Italia da questa missione dal luglio 2015 al 31 dicembre 2018 sono stati 43.927, il 100 per cento degli immigrati soccorsi - ha poi aggiunto in conferenza stampa al Viminale -. Ditemi voi qual è l’interesse nazionale del Paese Italia a pagare una missione internazionale che vede nell’unico paese italiano il porto di sbarco".

PARLA IL COMANDANTE DI SOPHIA - L'Ammiraglio Enrico Credendino, comandante dell'operazione navale europea Sophia, spiega: ''Abbiamo parlato ora con i tedeschi: la Germania non si ritira dall'operazione Sophia. Rimane uno dei principali partner dell'operazione''. La Germania, continua, ''ha posizioni chiave che rimangono nel mio quartier generale e sulla flagship''. ''La nave che doveva arrivare il 6 febbraio è stata designata'', si tratta della tedesca Berlin che ''rimarrà in Germania pronta a muoversi in due settimane in attesa che si chiarisca la situazione dei porti di sbarco e il futuro dell'operazione'', spiega ancora. Quindi, aggiunge Credendino,''non cambia assolutamente nulla, la Germania rimane uno dei principali partner dell'operazione''.

Dal 2015 "abbiamo reso inoperative oltre 550 imbarcazioni appartenute agli scafisti, consegnati alle autorità giudiziaria più di 150 scafisti, abbiamo fatto tantissime interrogazioni di mercantili in transito nel Mediterraneo a contrasto del contrabbando di armi e petrolio", aggiunge Credendino parlando con i giornalisti a margine dello Shade Med, il forum, giunto alla settima edizione, per incrementare la collaborazione in mare e, ove possibile, raggiungere il massimo coordinamento di tutte le organizzazioni presenti, sia militari che civili, al fine di ottenere la massima efficienza ed efficacia nella gestione del fenomeno migratorio nel Mar Mediterraneo.

Secondo l'ammiraglio il lavoro della guardia costiera libica "è determinante sia per contenere e ridurre il flusso migratorio che per salvare vite umane: migranti soccorsi nelle proprie acque territoriali dove prima nessuno riusciva ad intervenire". Un lavoro che, a giudizio di Credendino, ha fatto sì che diminuissero i morti nel Mediterraneo centrale. Secondo il bilancio, grazie all'operazione Sophia, a cominciare dal 2016, sono stati addestrati 325 militari della guardia costiera libica.

L'ammiraglio Credendino ricorda poi che i compiti dell'operazione Sophia sono il contrasto al traffico di esseri umani, l'implementazione dell'embargo delle armi, l'acquisizione di conoscenze sull'embargo del petrolio e l'addestramento della Guardia Costiera libica, "dopodiché ogni nave in mare è obbligato a soccorrere rispondendo al diritto internazionale". Credendino quindi conclude: "Con la nostra presenza e sorveglianza in mare, lavorando molto con la Marina italiana, noi garantiamo la sicurezza di un'area di interesse strategico non solo dell'Europa ma dell'Italia, che è in prima linea".

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