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Covid, Ft: con vaccino Oxford robusta risposta immunitaria anziani

26 ottobre 2020 | 12.52
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(Afp)
(Afp)

Buone notizie dalla ricerca sul vaccino anti-Covid. Secondo quanto ha appreso il 'Financial Times', il candidato vaccino anti-Covid-19 sviluppato da Università di Oxford e Irbm di Pomezia e prodotto da AstraZenca "ha innescato una robusta risposta immunitaria negli anziani, il gruppo a più alto rischio di malattia". In particolare, il vaccino sperimentale "innesca anticorpi protettivi e linfociti T nei gruppi" di volontari "di età più avanzata e ciò ha incoraggiato i ricercatori a cercare prove del fatto che" la vaccinazione eviterà in questi soggetti "malattie gravi o morte a causa del virus".

Il sistema immunitario si indebolisce con l'età, e questo ha fatto temere ai ricercatori di tutto il mondo che proprio il gruppo che ha più bisogno della protezione di un vaccino possa generare la risposta meno efficaci una volta immunizzato. L'anticipazione di oggi fa eco ai risultati pubblicati a luglio, che hanno mostrato come il vaccino Oxford-Irbm abbia generato "risposte immunitarie robuste" in un gruppo di adulti sani tra i 18 ei 55 anni.

I risultati precedenti hanno mostrato che il vaccino aveva indotto due forme di risposta immunitaria nei volontari: la generazione di anticorpi e di cellule T, secondo un'analisi pubblicata su 'The Lancet'. I test di immunogenicità positivi non garantiscono però che il vaccino si dimostrerà sicuro ed efficace nelle persone anziane. Occorre attendere l'analisi dei dati completi per il gruppo di età più avanzata. Tuttavia, i ricercatori sono stati incoraggiati dagli ultimi sviluppi, i cui dettagli saranno presto pubblicati su una rivista scientifica. L'Università di Oxford ha rifiutato di commentare.

"Se ciò che hanno sono dati che dimostrano che il vaccino genera una buona immunità, misurata in laboratorio, nella fascia di età oltre i 55 anni, e questo include anche buone risposte nelle persone che sono anche più anziane, penso che sia un segno promettente ", commenta Jonathan Ball, professore di Virologia presso l'Università di Nottingham. Tuttavia, mentre buoni dati di immunogenicità sarebbero incoraggianti "in ultima analisi, è cruciale capire se il vaccino protegge da malattie gravi e lo sapremo solo dagli studi di fase 3".

Intanto, sembra trapelare ottimismo a livello governativo sul fatto che la vaccinazione di gruppi prioritari come il personale del Servizio sanitario nazionale britannico in prima linea nella lotta contro Covid-19 possa essere avviata già a gennaio.

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