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Ap: il day after del caso De Girolamo, malumori su linea pro-Renzi

09 aprile 2015 | 20.44
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L'ex capogruppo alla Camera avverte: "Resterò a condurre le mie battaglie all'interno di un partito che nasce per rifondare il centrodestra. Se poi Alfano decide di andare con Renzi, a quel punto, farò le mie scelte...". Pizzolante: "Giusto cambio del presidente dei deputati, ma non si respira un clima di rose e fiori...".

Il cambio del capogruppo alla Camera di Ap con la nomina di Maurizio Lupi non ha placato i malumori interni legati alla linea nei confronti del governo Renzi e ai futuri assetti nel nuovo soggetto politico che nascerà dalla fusione di Ncd e Udc. Nunzia De Girolamo assicura all'Adnkronos che resterà nel partito a fare la spina nel fianco, smentendo le voci di un addio dopo le regionali, seguendo il richiamo delle sirene di Forza Italia: "Non mi muovo, resterò a condurre le mie battaglie all'interno di un partito che nasce per rifondare il centrodestra. Se poi Alfano decide di andare con Renzi dopo l'appiattimento evidente di questo periodo, a quel punto, farò le mie scelte...".

Raccontano che ieri sera, in occasione dell'elezione di Lupi davanti ad Angelino Alfano, nessuno abbia difeso De Girolamo, ma neanche applaudito il passaggio di consegne, tranne Dorina Bianchi. Gli alfaniani ribadiscono le ragioni dell'esclusione della De Girolamo: ''Ha tirato troppo la corda". Ma la diretta interessata non si sente isolata: ''Ho il coraggio delle mie idee e dirò sempre quello che penso, ora avrò più tempo per girare l'Italia e capire se la base di Ncd la pensa come me o come chi vive nel palazzo...".

Sergio Pizzolante, favorevole alla nomina di Lupi, spiega all'Adnkronos: ''Prima di tutto, è nato un nuovo gruppo unico e abbiamo voluto eleggere un nuovo presidente dei deputati. Non abbiamo confermato De Girolamo semplicemente perchè chi sostiene il governo non può avere un capogruppo schierato contro il governo''. Questo, però, precisa Pizzolante, non significa che c'è un ''clima tutto di rose e fiori''.

(Adnkronos) - Pizzolante spiega cosa non va: ''Dobbiamo marcare una nostra maggiore autonomia da Renzi e collaborare su tematiche fondamentali per noi, a cominciare dalla riduzione delle tasse e della riforma della giustizia, con particolare attenzione al barbaro uso delle intercettazioni''. Anche Fabrizio Cicchitto, raccontano, è critico verso una prospettiva politica troppo filogovernativa. Pure Maurizio Lupi non ha mai gradito una 'propensione' sbilanciata a sinistra e all'Adnkronos assicura: ''Parteciperemo al governo Renzi non certo in maniera subalterna o da comprimari, ma facendo valere i nostri programmi, i nostri valori, le nostre proposte concrete''.

Raccontano che i maldipancia riguardano anche la struttura organizzativa di Ap, troppo sbilanciata a favore degli alfaniani. Giampiero D'Alia, riferiscono fonti parlamentari, vuole garanzie precise sui passaggi formali, giuridici e politici che porteranno al 'matrimonio' tra Ncd e centristi e spinge per la convocazione del Consiglio nazionale dell'Udc. La partita interna, riferiscono, è legata anche a quella della nomina del ministro che spetta a Ncd dopo le dimissioni di Lupi: autorevoli fonti del Pd assicurano che Matteo Renzi insista per una donna, probabilmente una new entry rispetto ai nomi che girano sulla stampa.

I malumori, dunque, restano e secondo le ultime indiscrezioni, alcuni parlamentari (chi per un motivo, chi per un altro), avrebbero manifestato insofferenza verso le ultime scelte di Ncd, anche sul territorio, come i deputati Angelo Cera, Gianni Sammarco, Antonino Minardo.

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