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Regionali: Renzi blinda governo e tiene a bada minoranza, avanti determinati

01 giugno 2015 | 19.10
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il premier soddisfatto, alle regionali inflitto un sonoro 10 a 2 al centrodestra da quando ci sono io

Il premier Matteo Renzi  - INFOPHOTO
Il premier Matteo Renzi - INFOPHOTO

"Il risultato del voto e' molto positivo, oggi sono cinque le regioni guidate dal Pd e dal centrosinistra. Si e' passati in un anno dal 6 a 6 ad un sonoro 10 a 2 sul centrodestra". In serata è lo stesso Matteo Renzi a interpretare i dati elettorali che hanno consegnato al Pd il 5 a 2 alle regionali. "Dopo il voto di ieri andiamo avanti, dunque, con ancora maggiore determinazione nel processo di rinnovamento del partito e di cambiamento del Paese", spiega il premier di ritorno da Herat, dove è andato per celebrare il 2 giugno con le forze armate italiane in Afghanistan.

In sua assenza erano stati i big del partito, da Lorenzo Guerini a Debora Serracchiani, a parlare di una "vittoria" definita "chiara e netta", lasciando agli altri solo le briciole: "Il M5S rivendica un risultato pari allo zero, il centrodestra festeggia una debacle e una parte della sinistra festeggia la vittoria della destra", sintetizza Matteo Orfini. Il premier-segretario si era fermato sino all'alba al Nazareno per analizzare i dati delle urne impostando la linea che i big avrebbero poi portato in pubblico.

"Tranquilli, il Pd è vincente, il governo va avanti con maggiore determinazione di prima", ha ripetuto più volte durante la notte al gruppo di dirigenti accorsi al Nazareno per il voto. Prima di tutto, Renzi considera il governo ben al sicuro dalle tempeste elettorali. E per esserne sicuri, oggi ha incaricato alcuni sherpa tra i suoi ministri di tranquillizzare Ncd (che non a caso, Gaetano Quagliariello dopo alcuni toni accessi ha parlato di "tenuta" e lo stesso Alfano in serata ha smorzato le polemiche). L'intenzione, infatti, è quella di assicurare alle riforme un cammino sicuro e spedito. (segue)

sinistra all'attacco chiede verifica - D'Attorre, basta Playstation

Renzi per primo, racconta sempre chi ha passato la notte al suo fianco, ha mostrato serenità (fino ad accettare la sfida di Matteo Orfini alla Playstation) e supportato chi, forse sperando in un tennistico 6 a 1, si era buttato troppo giù. A partire da Raffaella Paita, confortata con una lunga telefonata: "Lella tranquilla, hai dato il massimo". Perchè, ha più volte sottolineato il segretario dem tra una percentuale e un gol al Milan di Orfini alla Psp, un fatto è certo: "La sconfitta in Liguria è figlia di una sinistra irresponsabile", per usare le parole del presidente del partito.

Si tratta della sinistra "masochista", i "Bertinotti 2.0" che anche Renzi ieri al Nazareno ha ribattezzato "la sinistra che fa vincere la destra". Un pò come, è l'altro cruccio, la minoranza interna che dal caso impresentabili alle parole di Bersani ha tolto forza al Pd. In particolare, il colloquio dell'ex segretario pubblicato domenica ha lasciato l'amaro in bocca a Renzi: "Una cosa incredibile". Ma con la minoranza si è aperta un'altra pagina di passione: Lasciamo stare i videogiochi e torniamo alla dura realtà", dice Alfredo D'Attorre snocciolando dati: "Il Pd ha perso 2mln di voti rispetto alle europee, 1mln sulle politiche e circa 500mila sulle precedenti regionali".

La richiesta è quella di "una verifica senza rimozioni nè trionfalismi". La Direzione è stata convocata per lunedì. Ma il premier pensa anche ad un intervento concreto sul partito. Le voci parlano di Guerini capogruppo e di un nuovo vice segretario. Difficile possa essere Luca Lotti (che ha in mano dossier delicatissimi a palazzo Chigi) o Maria Elena Boschi. Così potrebbe essere Ettore Rosato a 'scambiare' il posto con Guerini. Oppure la guida del gruppo potrebbe andare ad un esponente della minoranza, come Enzo Amendola. Voci, anche perchè ancora stanotte su questo fronte lo stesso Renzi non avrebbe tradito alcuna urgenza particolare.

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