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Intercettazioni: suona gong art. 29, Camera diventa ring tra Pd e M5S

22 settembre 2015 | 16.38
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La Camera dei Deputati (Foto Adnkronos)
La Camera dei Deputati (Foto Adnkronos)

Suona il gong dell'articolo 29 e il clima si surriscalda. A far salire la temperatura in aula alla Camera - che da giorni discute senza scosse il ddl sulle modifiche al codice penale - è il nodo della delega al governo sulla riscrittura delle norme sulle intercettazioni, aspramente contestato dal M5S e difeso in modo convinto da Pd e Ap.

"Quando nel 2008 a palazzo Chigi c'era Berlusconi - ha detto il relatore di minoranza Vittorio Ferraresi del M5S, mostrando un volantino dell'epoca - il Pd accusava il centro destra di voler mettere il bavaglio all'informazione e aggiungeva che il ddl nulla aveva a che vedere con la tutela della riservatezza personale. Oggi il Pd, come ha confermato nei giorni scorsi anche l'ex presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, sta facendo molto peggio di quanto aveva intenzione di fare Berlusconi".

"E' una balla - ha ribattuto Walter Verini, capogruppo del Pd in commissione Giustizia - sostenere che vogliamo bloccare le indagini della magistratura o limitare la libertà di stampa. Nè il governo, nè la maggioranza, nè tantomeno il Pd hanno questa intenzione. Con questo articolo stiamo cercando di coniugare due principi inviolabili: il diritto all'informazione e il diritto alla riservatezza. Pertanto inviterei chi continua a sputare sul governo che non fa nulla, di smetterla di gridare sempre al lupo al lupo, perché può essere pericoloso e controproducente".

Buttiglione cita de Tayllerand - Fantinati, ladri scrivono legge sul furto

"Maurice de Tayllerand che era un farabutto ma capiva bene le cose del mondo - ha commentato Rocco Buttiglione - diceva: 'datemi il controllo della corrispondenza e farò impiccare anche il cittadino più onesto'. Tagliando e cucendo le intercettazioni, avendo a disposizione una massa enorme di affermazioni e informazioni - vere o false, dirette o indirette, provate e non - è possibile mettere sulla bocca di chiunque anche le cose più terribili. Dobbiamo evitarlo e cercare di raggiungere un punto di equilibrio dei principi che la Costituzione vuole tutelare".

"Incalza e Lupi, Renzi e Adinolfi, Mafia Capitale, Berlusconi e Tarantino... in questi mesi le intercettazioni che hanno svelato i casi della mala politica sono davvero tanti. Lasciare a questo governo - ha attaccato il cinquestelle Mattia Fantinati - la delega in bianco sulle intercettazioni è come incaricare un ladro di scrivere la legge sul furto".

"Torna il Parlamento degli ipocriti - ha affermato Alessandro Di Battista, rincarando la dose di accuse del M5S - e dopo l'estate discute due leggi: la prima per intascare i soldi dei rimborsi elettorali senza controlli; la seconda per manomettere le intercettazioni, negando all'opinione pubblica di conoscere le malefatte dei politici maneggioni. Da cittadino voglio sapere se il figlio di Lupi ha preso un Rolex dalla cricca delle Grandi Opere, anche se questo non è reato". (segue)

Zaccagnini (Sel), M5S ha creato condizioni per questo giro di vite

"Dite di voler difendere il diritto all'informazione - ha dichiarato Adriano Zaccagnini (Sel), rivolgendosi ai deputati del gruppo cinquestelle - ma la vostra è solo disinformazione, è deformazione. Il vostro 'giornalismo di inchiesta' è quello che ha creato i presupposti per il giro di vite a cui stiamo assistendo con questo provvedimento".

"Nessuno - ha concluso il deputato di Fi, Rocco Palese - può disconoscere l'importanza delle intercettazioni nell'ambito giudiziario ma fino ad oggi c'è stato un utilizzo barbarico delle intercettazioni come arma di ricatto politico. Al Pd, che oggi si erge a paladino della privacy e della libertà di informazione, dico che proprio loro, attraverso l'uso strumentale e distorto delle intercettazioni, hanno rappresentato il peggio del peggio.

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