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Tav, Salvini lancia ipotesi referendum

10 dicembre 2018 | 15.34
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(Fotogramma /Ipa)
(Fotogramma /Ipa)

Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini lancia l'ipotesi di un referendum sulla Tav. In occasione di un incontro a porte chiuse con gli industriali lombardi a Milano, "aspettiamo il rapporto costi/benefici, ma visto che riguarda soprattutto torinesi e piemontesi e gran parte della penisola italiana, se non si arrivasse a una decisione, chiedere ai cittadini cosa ne pensano potrebbe essere una strada" chiarisce. A chi chiede se pensa dunque a un referendum? "Perché no?" risponde Salvini.
"L'unica cosa che non può succedere è che si vada avanti ancora per settimane o mesi a discutere. Quindi serve su Tav "una risposta nelle prossime settimane, dei sì o dei no", sottolinea Salvini che per parte sua assicura: "io tifo sì". E "se i tecnici ci dicessero 'no' o 'forse', si possono ascoltare i cittadini", continua il vicepremier.

"C'è la Tav, aspettiamo il rapporto costi benefici. L'unica cosa da non fare è rimanere in sospeso. Al massimo, esempio di democrazia, si può dare la voce ai cittadini, che non è mai una cosa negativa. Vediamo cosa succederà a Bruxelles. Il dialogo si fa sempre in due, sono ottimista fino all'ultimo'', ha poi ribadito Salvini, ospite della stampa estera.

DI MAIO FRENA - Sulla Tav "si parla di un referendum. Non è un ministro che può decidere di fare un referendum ma i cittadini delle comunità a richiederlo". Così Luigi Di Maio, vicepremier e leader del M5S, ospite di Quarta Repubblica su Rete 4. "Se lo chiedono chi siamo noi per opporci", ha proseguito il titolare del Mise, precisando che "in questo momento stiamo facendo una ricognizione dei soldi spesi e di quelli che si devono spendere".

M5S TORINO: "STUPITI, TAV VA FERMATO" - "Ci stupiscono le proposte dei leghisti su un possibile referendum sulla questione Tav". Così in una nota M5S di Palazzo Civico che con la capogruppo Valentina Sganga sottolinea: "Evidentemente il ministro Salvini, che non si capisce neanche più che ruolo abbia, se di ministro degli Interni o dei Trasporti, ha già appurato che i risultati dell'analisi costi-benefici danno ragione alle migliaia di persone scese in piazza sabato scorso e cerca un escamotage, come la proposta di un referendum con 20 anni di ritardo". "Faccia i conti con la realtà: il Tav va fermato a prescindere dalle promesse avanzate tra un caffè e l'altro", concludono i pentastellati della Sala Rossa.

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