cerca CERCA
Venerdì 26 Aprile 2024
Aggiornato: 11:39
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Boccia alle Regioni: "Non esiste passaporto sanitario"

28 maggio 2020 | 10.11
LETTURA: 3 minuti

Il ministro per gli Affari regionali: "Libera circolazione delle persone è garantita da Costituzione. Se Regioni riaprono è senza distinzioni"

Foto Fotogramma
Foto Fotogramma

Di Enzo Bonaiuto
Le Regioni non possono limitare la libera circolazione delle persone, dei mezzi e delle cose sul territorio nazionale, che è garantita dalla Costituzione. E non possono richiedere ai turisti l'esibizione di un passaporto sanitario che attesti la salute del singolo cittadino, per la semplice motivazione che in Italia il passaporto sanitario non esiste, altrimenti lo avremmo già tutti in tasca assieme alla carta di identità. E' ferma la posizione che il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia esprime a palazzo San Macuto, durante l'audizione davanti alla Commissione parlamentare sul federalismo fiscale e l'autonomia differenziata regionale, dedicata anche alla gestione dell'emergenza per la pandemia da coronavirus.

"Invito tutti a rileggere l'articolo 120 della Costituzione italiana, che chiarisce molto bene la disciplina: la Regione non può istituire e adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose, né limitare l'esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale - esordisce Boccia - Se la comunità scientifica dice che non ci sono passaporti sanitari, non ci sono: altrimenti, li avremmo tutti noi, qui, assieme alla tradizionale carta di identità".

"Nei prossimi giorni, nelle prossime ore -ricorda il ministro- l'ultimo 'clic' che riporterà il Paese a muoversi dovrà essere quello del buonsenso. Se tutte le Regioni ripartono, ripartono senza distinzione sul profilo dei cittadini residenti in una Regione o in un'altra, se le autorità sanitarie e il Governo decideranno che il Paese è pronto per la ripartenza".

Boccia ribadisce che "la distinzione fra cittadini che provengono da una città o da un'altra non è prevista dalla nostra Costituzione: se siamo tutti sani, ci muoviamo nel Paese come abbiamo sempre fatto. Diversa è la valutazione che porti a prevedere una fase di quarantena: ma non siamo in quella situazione e in ogni caso occorre un accordo fra le parti, fra tutte le Regioni".

Per quanto riguarda la Lombardia, Boccia precisa che "il commissariamento della sanità lombarda non è mai stato all'ordine del giorno e non ci sono elementi per valutare un provvedimento di questa natura".

"Questa esperienza - aggiunge però l'esponente del Governo - deve indurci a rafforzare ancora di più la prevenzione territoriale pubblica. Il problema della fragilità è legato al numero delle persone disponibili; nessuno mette in discussione il mix pubblico-privato, ma il nodo vero è la quota di pubblico: dove era bassa, il sistema non ha retto. Non sempre il sistema privato, anche quando è una eccellenza europea, può trasformarsi in tempi rapidi".

Dunque, afferma Boccia, "l'insegnamento ci porta a dire che va rafforzato come non mai il sistema di prevenzione territoriale pubblico, il che significa rafforzare i medici di base. In molte Regioni va rafforzato e anche di tanto: e questo sforzo, senza precedenti, può farlo soltanto lo Stato".

"I sindaci - continua Boccia - hanno avuto la forza di autodisciplinarsi, rispetto al potere di ordinanza che la legge riconosce loro; e io non smetterò mai di ringraziarli. Oggi, ci chiedono rispetto e autonomia per la Fase 2, che non riparte premendo un interruttore. E devono averla, specialmente in questo periodo estivo, con una leale collaborazione dello Stato e delle Regioni con i Comuni".

"Quando il presidente dell'Anci, l'Associazione nazionale dei Comuni italiani, Antonio Decaro ha accettato a nome di tutti i sindaci l'autodisciplina nel periodo di lockdown, ha offerto un grande contributo di responsabilità istituzionale - riconosce l'esponente del Governo - Di fatto, autodisciplinandosi nel non emettere ordinanze comunali che andassero in contrasto con quelle nazionali, i sindaci si sono assunti la responsabilità, ancora più complessa e difficile, di essere coloro che dovevano occuparsi dei bisogni della cittadinanza, in tempo reale. Ed è quello che è accaduto, ovunque. Ora - sottolinea Boccia - va riconosciuta maggiore autonomia ai sindaci".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza