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Dl semplificazioni, via libera 'salvo intese'

07 luglio 2020 | 07.04
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Il disco verde in Cdm è arrivato dopo una riunione fiume, terminata all'alba. Sulla riforma dell'abuso d'ufficio sarà necessaria una riformulazione tecnica del testo. Contratti, silenzio-assenso e green economy: cosa c'è nel dl semplificazioni

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

Alla fine il via libera è arrivato, ma 'salvo intese', come era chiaro sin dal mattino di ieri. Il dl semplificazioni ha ottenuto il disco verde del Consiglio dei ministri dopo una riunione fiume, terminata all'alba. Più fonti assicurano che il 'salvo intese' - ovvero la formula adottata quando manca un testo definitivo degli articolati, che potranno essere così riveduti e corretti prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale - si sia reso in realtà necessario per questioni tecniche, perché l'accordo politico sui punti più controversi sarebbe stato stretto.

Tra questi, a far tardare il Cdm prima - è iniziato con oltre due ore e mezzo di ritardo - e ad allungare la discussione poi, l'elenco delle grandi opere da sbloccare, appalti che potranno viaggiare su una 'corsia preferenziale' su ispirazione del cosiddetto 'modello Genova'.

Contratti, silenzio-assenso e green economy: cosa c'è nel dl semplificazioni

La riunione al Mit ha visto 'partorire' una lista di 50 opere, che potranno essere affidate a dei commissari nominati con Dpcm ad hoc da qui a fine anno. La lista non compare nel testo del decreto, ma nell'allegato infrastrutture adottato insieme al Programma nazionale di riforma, approvato anch'esso nella riunione di ieri assieme all'assestamento di bilancio e al rendiconto dello Stato.

Anche sulla riforma dell'abuso d'ufficio, altra 'partita' difficile del dl semplificazioni, sarà necessaria una riformulazione tecnica del testo, rispetto al quale però, nel corso della riunione, la ministra e capodelegazione di Iv, Teresa Bellanova, ha "confermato le riserve già espresse".

L'accordo raggiunto però, riferiscono fonti di governo, avrebbe fatto salvo l'obiettivo della riforma di circoscrivere i margini di responsabilità per abuso d’ufficio elencando ipotesi e violazioni che fanno scattare il penale, riducendo dunque la rilevanza della 'discrezionalità' di pubblici ufficiali e incaricati di un pubblico servizio. Così da superare quella che il premier Giuseppe Conte ha definito la 'paura della firma' e che frena il lavoro dei dirigenti pubblici. Il danno erariale - altro tassello della riforma - scatta solo se c'è dolo.

Nel testo - 48 articoli in 100 pagine - trova spazio poi la digitalizzazione della Pa, con servizi e pagamenti che potranno essere gestiti da un'App e la carta d'identità digitale che assume un ruolo sempre più centrale per accedere ai servizi della Pubblica amministrazione. Procedure speciali, e più veloci, poi, per la valutazione di impatto ambientale e per le autorizzazioni da parte degli enti locali: passa anche da qui la strada per la semplificazione del Paese.

VIA LIBERA A RENDICONTO 2019 E ASSESTAMENTO 2020 - Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia e delle finanze Roberto Gualtieri, ha inoltre approvato due disegni di legge recanti, rispettivamente, il 'Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2019' e 'Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2020'. Lo riferisce Palazzo Chigi in una nota. Il Rendiconto 2019, si legge, "prende atto dei risultati conseguiti nel decorso esercizio, nell’evoluzione dei conti pubblici. Il Rendiconto generale dello Stato viene presentato nelle sue componenti del Conto del bilancio e del Conto del patrimonio".

"Il saldo netto da finanziare per la competenza dell’anno, in termini di accertamenti e impegni, al lordo delle regolazioni contabili e debitorie, risulta pari a +2.297 milioni di euro, derivante da entrate finali accertate per 605.584 milioni di euro e da spese finali impegnate per 603.287 milioni di euro; l’avanzo primario ammonta a circa 70.669 milioni di euro. Entrambi i saldi denotano un sensibile miglioramento rispetto alle previsioni iniziali stabilite con la legge di bilancio 2019" riferisce la nota di Palazzo Chigi.

"Il disegno di legge per l’assestamento del bilancio di previsione per il 2020 sconta la revisione del quadro macroeconomico effettuata con il Def 2020 e le più recenti informazioni risultanti dal monitoraggio di finanza pubblica. Nel complesso, si registra un peggioramento del saldo netto da finanziare, sostanzialmente già considerato nelle previsioni tendenziali del Def 2020, che deriva dalla riduzione delle entrate finali, ascrivibile al deterioramento del quadro macroeconomico conseguente alla epidemia da Covid-19, e da un modesto aumento delle spese" prosegue la nota di Palazzo Chigi aggiungendo inoltre che "in termini di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, tenuto conto di quanto già considerato nei quadri tendenziali di finanza pubblica, della natura delle voci di bilancio interessate e delle regole e criteri contabili che presiedono alla compilazione del conto economico delle amministrazioni pubbliche, le proposte di assestamento sono sostanzialmente neutrali".

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