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8 marzo: Ismea, grande richiesta di mimose per Festa della donna

06 marzo 2015 | 14.38
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La mimosa “gaulois”, fiore simbolo della Festa della donna, è molto richiesta quest'anno e i floricoltori possono ritenersi soddisfatti per i prezzi più alti fino al 10%, pagati a loro. Tuttavia, anche a causa del maltempo, l'offerta è in calo. Fermento sul mercato estero con volumi superiori al 2014, complice anche la debolezza dell'euro.

8 marzo: Ismea, grande richiesta di mimose per Festa della donna

C’è grande fermento sui mercati floricoli nazionali a due giorni da uno degli appuntamenti più attesi dell’anno: la Festa della donna. Gli approvvigionamenti per l’8 marzo si sono svolti con buoni ritmi già dalle ultime settimane di febbraio, garantendo prezzi ai coltivatori, più elevati su base annua del 5-10%, con punte del 20% per le specie meno abbondanti sul mercato. A scattare una fotografia del settore sono le previsioni dell’Ismea.

La posizione sul calendario non favorevole – quest’anno l’8 marzo cade di domenica – non sembra aver scoraggiato le richieste, in particolare nel Centro-Nord Italia che risultano mediamente superiori alla disponibilità di prodotto.

Oltre alla mimosa “gaulois”, fiore simbolo della ricorrenza, le specie maggiormente presenti sul mercato sono: la rosa, il tulipano, il lisianthus, la calla, la violacciocca, il ranuncolo, l’anemome, l’anthurium, il lilium e il garofano. La mimosa in particolare, sottolinea l’Ismea, sta spuntando prezzi interessanti che vanno dagli 8 euro del Centro-Nord fino ai 10 euro nel Meridione, dove la produzione locale è presente in quantità modeste.

Anche in Liguria, zona di coltivazione per eccellenza della mimosa, l’offerta risulta in calo di almeno il 30% a causa delle bizzarrie climatiche dell’inverno e dei frequenti sbalzi di temperatura. E proprio il maltempo atteso già da oggi al Sud potrebbe compromettere il positivo andamento delle vendite registrato fino a questo momento.

Sul mercato estero, infine, la minore pressione dell’offerta a livello comunitario, per l’abbassamento delle temperature nelle ultime settimane, ha consentito un’ottima collocazione delle specie floricole italiane, con volumi esportati che si stimano superiori allo scorso anno. Ad avvantaggiare il prodotto nazionale anche la debolezza dell’euro che ha reso le produzioni dei Paesi terzi meno competitive.

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